L’accusa italiana ha avviato un’indagine su otto capolavori dipinti dei maestri del Rinascimento Tiziano, Tintoretto e Carpaccio che si trovano attualmente nel Museo Nazionale di Belgrado e in relazione ai quali viene rivendicata la proprietà.
Secondo i giornali italiani infatti, i dipinti sarebbero stati rilevati in Italia durante la seconda guerra mondiale e consegnati al generale nazista Hermann Goering e ai suoi stretti collaboratori. Alla conclusione del conflitto vennero rinvenuti nel centro di raccolta gestito dagli alleati presso Monaco di Baviera, e alla chiusura del centro, spediti in Jugoslavia. Presumibilmente, fu la collezionista d’arte Ante Topic Mimara a depositarli presso il Museo Nazionale di Belgrado intorno alla metà degli anni ’50.
A causa della mancanza di interesse mostrato dai diplomatici italiani nel periodo del dopoguerra, il silenzio è calato sulla sorte dei dipinti fino al 2004 e 2005, quando la mostra “Da Carpaccio a Canaletto – i tesori dell’arte italiana nel Museo Nazionale di Belgrado” è stata portata a Bologna e Bari.
La polizia italiana ha quindi informato la procura di Bologna che i controversi dipinti erano esposti presso il Museo Nazionale di Belgrado, chiedendo all’allora direttore del Museo Nazionale e all’organizzatore della mostra chiarimenti in merito alla responsabilità dell’operazione. Tuttavia, i capolavori, a mostra conclusa, vennero resitituti alla Serbia.
Tra i dipinti in questione, di inestimabile valore, sono compresi “Il ritratto della Regina Cristina di Danimarca” di Tintoretto e la “Madonna con Bambino e donatore” di Tiziano.
(Blic, 29.11.2016)
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