La scioccante proposta di Bruxelles che i “passaporti Covid” siano validi solo per le vaccinazioni fatte con vaccini approvati dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA), ha preoccupato molti cittadini serbi che hanno ricevuto il vaccino cinese o russo. Tuttavia, il dottor Mirsad Đerlek ha detto a “Kurir” che non c’è motivo di preoccuparsi, perché, se viene presa una tale decisione, lo Stato farà tutto il necessario affinché i cittadini possano comunque viaggiare, indipendentemente dal vaccino ricevuto.
“Cosa accadrà se tutti gli Stati membri dell’UE saranno d’accordo con tale proposta il 17 marzo? Non credo che saranno così rigidi, perché, soprattutto, l’Ue, per ragioni economiche, non rinuncerà ai turisti dalla Russia e dalla Cina. Anche se sarà approvata la cosa, è molto probabile che sarà rivista entro giugno, quindi sia il vaccino cinese che quello russo saranno ammessi nel “passaporto Covid”, afferma il dottor Djerlek e aggiunge che prendere una decisione del genere sarebbe una cosa contraria ai valori europei, perché i diritti umani fondamentali sono limitati, come il diritto di circolare e di scegliere un vaccino.
Anche se ciò dovesse accadere, lo Stato è pronto ad abilitare il test PCR veloce o, se necessario, altri test, così i nostri cittadini otterranno risultati in un’ora o due e potranno viaggiare. Il dottor Djerlek afferma che si farà tutto il necessario per poter viaggiare, ma che la priorità resta comunque quella di preservare la salute dei cittadini.
“Ai nostri cittadini non verrà negato il viaggio, ma il nostro obiettivo è soprattutto tutelare la salute delle persone. Per viaggiare dobbiamo essere in salute. Dobbiamo continuare con la vaccinazione di massa. Ci auguriamo che entro la fine di giugno saremo in grado di rivaccinare 2,5 milioni di cittadini, e se a ciò aggiungiamo coloro che hanno ricevuto l’immunità perché contagiati, allora ciò significherebbe che siamo vicini all’immunità collettiva e possiamo pensare alle vacanze”, conclude.
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