Il Ministro delle finanze Siniša Mali ha annunciato ieri in una conferenza stampa al Palazzo della Serbia che dal 1° gennaio 2023 il prezzo minimo di un’ora di lavoro sarà di 230 dinari, per uno stipendio mensile minimo medio di 40.020 dinari. “L’aumento percentuale del salario minimo è del 14,3 per cento”, ha affermato Mali.
“Si tratta di un aumento percentuale del 14,3 percento. Quindi, il più grande aumento percentuale del salario minimo di sempre. Qui abbiamo cercato di bilanciare la richiesta del sindacato e la richiesta dei datori di lavoro”, ha affermato Mali dopo la sessione del Consiglio Sociale ed Economico, dove i rappresentanti del governo serbo hanno negoziato con i rappresentanti dei datori di lavoro e dei sindacati.
Anche questa volta la decisione sul salario minimo è stata presa dal governo, perché datori di lavoro e sindacati non sono riusciti a conciliare posizioni diametralmente opposte. I sindacati rappresentativi, la Federazione dei sindacati indipendenti della Serbia e l’UGS Nezavisnost, hanno chiesto che il salario minimo venisse aumentato molto di più, in modo che seguisse davvero l’inflazione e il reale costo della vita. La loro proposta è arrivata anche a rendere il salario minimo equivalente a 400 euro. I datori di lavoro offrivano invece fino a 40.000 dinari, ma con notevoli concessioni da parte dello Stato in termini di riduzione dell’onere salariale con tasse e contributi.
“L’aumento del salario minimo aumenta il costo per i datori di lavoro di un totale di 41 miliardi di dinari, ovvero 350 milioni di euro all’anno”, ha affermato Mali, annunciando che dal 1° gennaio la parte non imponibile dello stipendio ammonterà a 20.712 dinari e che il contributo alla pensione di invalidità sarà ridotto di un punto percentuale. “Il prezzo minimo del lavoro è una categoria economica, non è una categoria sociale. Il prezzo minimo del lavoro è l’obbligo del datore di lavoro di pagare questa somma in modo che non ci siano licenziamenti e meno posti di lavoro”, ha affermato Mali.
Il Ministro ha sottolineato che l’inflazione del prossimo anno sarà di circa l’8,7 per cento e che l’aumento dei salari coprirà in qualche modo l’aumento dell’inflazione.
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