Il ministro dell’energia Aleksandar Antic ha anche comunicato l’introduzione di accise sull’energia elettrica, il cui impatto sarà compreso nell’incremento del 12%, che in dettaglio comprende un aumento del 4,5% del prezzo dell’energia e l’accisa al 7,5%. L’incremento è stato concordato con il Fondo Monetario Internazionale.
Antic ha dichiarato di essere ben consapevole che non è il momento migliore per l’aumento dell’energia elettrica ma che la stabilità del sistema energetico è essenziale. “Non ci saranno nuove fabbriche e nuovi posti di lavoro se non vi saranno investimenti nel sistema energetico”, ha chiosato Antic, ricordando che anche dopo quest’aumento il prezzo dell’elettricità in Serbia è del 15% inferiore alla Macedonia e del 50% rispetto al Montenegro.
L’introduzione dell’accisa porterà nelle casse dello Stato serbo 14,1 miliardi di dinari, che il ministro assicura saranno usati per finanziare la sanità. l’istruzione e gli altri servizi dello Stato. Lo Stato continuerà a tutelare le fasce deboli che pagano ogni mese da 120 a 250 Kwh a seconda dei componenti del nucleo familiare.
Antici ha sottolineato che le richieste dell’FMI puntavano a un aumento dl 15% dal primo aprile ma che il governo ha negoziato l’accordo attuale. Anche l’EPS-ElektroPrivredna Srbije (l’ente elettrico di Stato) chiedeva un incremento maggiore. “Dopo la riorganizzazione la EPS non sarà più un’organizzazione che sperpera soldi come prima”.
Il ministro delle finanze Vujovic ha evidenziato che l’incremento si tradurrà in una maggiore spesa di 300 dinari al mese su una bolletta media di 2500 dinari.
Dopo l’aumento il prezzo di un kilowattora in Serbia per uso domestico costerà 6,148 dinari (circa 0,050 euro), Iva esclusa, mentre per uso industriale il costo è 5,854 dinari (circa 0,048 euro), sempre Iva esclusa.
(RTV, 12.06.2015)