Il Ministero serbo per la cura della famiglia e la demografia, immediatamente prima del nuovo concorso, avrebbe ridato vita a 9 organizzazioni e associazioni già esistenti ma non operanti, a cui avrebbe poi approvato la maggioranza dei fondi per sostenere progetti di miglioramento della posizione sociale delle donne e di prevenzione della violenza domestica.
È interessante notare che durante la nuova registrazione della sede tutte le associazioni si sono trasferite a Belgrado, hanno cambiato i loro rappresentanti e area di attività. Al fine di soddisfare le condizioni del bando, ora dichiarano la sicurezza sociale delle donne e la prevenzione della violenza come obiettivi nei loro statuti mentre prima si occupavano di protezione dei diritti dei rom, dei lavoratori, delle persone con disabilità e della promozione dello sport e cultura.
Il Ministero che si occupa della cura della famiglia afferma che tutti possono presentare domanda per ottenere i progetti e che i criteri sono severi. “I criteri sono severi ed estremamente e chiaramente definiti, e non vi è alcuna possibilità che chi non ha le capacità, le conoscenze e l’esperienza adeguata in questi settori possa accedere ai fondi stanziati a tale scopo”. Tuttavia, nessuna delle organizzazioni che ha ricevuto milioni al concorso del Ministero della cura della famiglia ha un sito web, né si possono trovare informazioni sull’organizzazione di eventi o sull’attuazione di progetti legati alla protezione delle donne.
Ben 4 organizzazioni che si sono formate immediatamente prima del bando del concorso modificando il proprio statuto e la direzione di alcune altre associazioni, sono ora registrate allo stesso indirizzo, Terazije 23 / 207. Presso la sede legale, nell’edificio dove c’è anche la Camera di commercio serba, non si è mai ricevuta posta destinata a loro. A queste organizzazioni il Ministero per la cura della famiglia e la demografia ha stanziato oltre 630.000 euro. Diversamente, per le associazioni che hanno invece presentazioni ufficiali su internet e che da anni si occupano della questione della posizione delle donne sono stati stanziati molti meno soldi, circa 150.000 euro.
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