“La Serbia non ha più tempo da perdere e i suoi interessi possono essere tutelati olo se essa viene rispettata nel mondo”, ha detto il primo ministro Ivica Dacic. La Serbia deve trovare una nuova politica per tempi nuovi.
In un’intervista al britannico Daily Telegraph il primo ministro serbo ha dichiarato: “La Serbia ha un Pil al 65% di quello che aveva nel 1989. Quanto dobbiamo aspettare e quanto dobbiamo ancora afondare? Come può un paese impoverito, uniliato e battuto difendere i suoi interessi? Al contrario possiamo essere forti solo se siamo rispettati nel mondo”.
“La Serbia era diventata un paria e trattata come un lebbroso. Al contrario abbiamo bisogno di una nuova politica per una nuova era dove saremo di nuovo parte della famiglia delle nazioni europee”, ha detto Dacic.
Il Telegraph ha ricordato a Dacic che egli è stato portavoce del partito socialista guidato da Slobodan Mlosevic, definito “un dittatore che ha portato l’ex Jugoslavia in una sanguinosa guerra civile negli anni Novanta”.
Dacic ha risposto che Milosevic è morto prima della conclusione del processo all’Aia e che quindi non è stato nè condannato né assolto”. “Milosevic non era l’unico a dover essere accusato per quanto è accaduto”. “Se avessi potuto non avrei mai scelto per la guerra perché anche il peggior accordo è meglio della guerra”, ha detto Dacic.
Il quotidiano inglese ha poi ricordato a Dacic che per l’accordo raggiunto a Brussels con la controparte kosovara egli è stato accusato dai serbi che vivono in Kosovo di tradimento. “Capisco i loro sentimenti” – ha detto Dacic, ricordando che nella sua città natale, Prizren, non vive quasi più alcun serbo.
(RTS, 03.06.2013)