Il primo ministro serbo, Ivica Dacic, intervistato dal quotidiano Blic, ha dichiarato che il Partito Socialista serbo (SPS) ha dedicato il suo tempo alle priorità del governo: le trattative con l’UE, il Kosovo e più in generale i processi di riforma del Paese.
Le elezioni, ha proseguito il premier, non si trovavano tra le cose essenziali di cui occuparsi. “Abbiamo avuto altro da fare, ma visto che sono state organizzate qualsiasi commento sulla loro necessità e superfluo”, ha detto Dacic.
Il leader dello SPS ha affermato che non gli dispiace di essere stato il primo ministro solo per un anno e mezzo perché in così breve tempo è comunque riuscito a restituire la reputazione internazionale della Serbia, a intervenire in maniera oggettiva sulle questioni del Kosovo, a iniziare le trattative con l’UE, a sviluppare il progetto South stream e a ottenere una candidatura per il premio Nobel.
Commentando le previsioni relative al vincitore delle elezioni e a chi otterrà al secondo posto, il primo ministro ha detto che non si è mai interessato di avere giornalisti e analisti dalla sua parte, ma solo i risultati con i quali apparire davanti ai cittadini. Il leader dello SPS ha smentito seccamente le speculazioni di avere già concordato la nuova coalizione con il Partito Progressivo (SNS), evidenziando inoltre che gli accordi si fanno solo dopo il conteggio dei voti. La vera domanda, secondo Dacic, non si pone sulla capacità di coalizione dello SPS, ma sulla capacità di coalizione degli altri. “Mi sembra evidente che lo SPS sia diventato un partito indispensabile”, ha affermato durante l’intervista.
Alla domanda se gli abbia dato fastidio la nomina per il premio Nobel insieme al primo ministro di Kosovo Hashim Thaci, Dacic ha detto che non può esserci nessun fastidio nel cercare di trovare una soluzione duratura per la pace tra i due popoli.
