Dacic: “La Ue non sa cosa vuole da noi”

Il vice primo ministro serbo e ministro degli Esteri Ivica Dacic ha detto che c’è la possibilità che la Serbia “riconosca il Kosovo in fretta”, convinto che questa sarrebbe la condizione per la sua adesione all’Unione europea. “Non mi aspetto che, a causa della partecipazione dell’esercito serbo alla parata militare a Mosca, il paese abbia più problemi di quelli che ha oggi” ha detto il vice primo ministro Ivica Dacic .

Il capo della diplomazia serba Ivica Dacic ha dichiarato che la Serbia è stanca dei condizionamenti sulla  strada dell’integrazione europea e che la situazione è ormai tale che “accettiamo o rifiutimo qualcosa che nessuno da noi richede ufficialmente”, è stato riportato dall’agenzia di stampa “Beta”.

“Questo per noi, ancora una volta, non significa altro che un indizio che può accadere anche quello che ho detto prima: che riconosciamo l’indipendenza del Kosovo, convinti che si tratta di un requisito, per poi essere informati che  la condizione invece era un’altra “, ha detto Dacic. Il ministro ha valutato che l’Unione europea “non è nemmeno sicura  di cosa vuole da sé stessa, né di cosa potrebbe fare con noi”, e alla domanda sulla dichiarazione del presidente Tomislav Nikolic relativa al fatto che  grazie al riconoscimento del Kosovo la Serbia potrebbe aderire all’Unione europea, il vice primo ministro Ivica Dacic ha detto che quando le dichiarazioni di loro due “si suddividono” si arriva allo stesso risultato. “Entrambi parliamo delle condizioni, di quale di esse è più importante, dei distinguo che sono ammissibili, ma anche irrilevanti”, ha detto Dacic e ha aggiunto che l’apertura dei capitoli è stata condizionata all’attuazione dell’accordo di Bruxelles, e ora alle questioni della pacifica convivenza a Kosovska Mitrovica.

Il vice primo ministro serbo ha detto di non aspettarsi che a causa della partecipazione dell’esercito serbo alla parata di Mosca il 9 maggio, il paese abbia più problemi di quanto ne ha oggi. “Non inviamo l’esercito né in Crimea ,né nel Donbass, e non abbiamo intenzione di fare qualcosa di simile, ma inviamo una rappresentanza alla parata militare che si svolge nel nome della vittoria sul fascismo. Questa lotta è sempre stata uno dei valori europei fondamentali”, ha detto Dacic.

Lui ha inoltre sottolineato che la Serbia non  ha boicottato “alcuna celebrazione, a partire dal D-Day alla liberazione di Auschwitz”, aggiungendo che in caso contrario, se ci fossero le pressioni per non partecipare alla celebrazione del D-Day organizzata dagli alleati occidentali, la Serbia ci parteciperebbe comunque.

Alla domanda se la firma del piano d’azione di partenariato individuale con la Nato significa che la Serbia è più vicina all’alleanza, Dacic ha detto che la Serbia ci si sta avvicinando “da molto tempo”, non come un potenziale membro, ma come un partner serio e responsabile. “L’Europa è la NATO. Intorno a noi ci sono i membri della NATO. La NATO, inoltre, sta in Kosovo e non vedo nulla di più normale di una cooperazione globale e di una partnership con loro”, ha detto Ivica Dacic.

(Rts.rs, 13.04.2015)

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