Il ministro degli Esteri serbo Ivica Dacic ha dichiarato ieri che la Serbia è aperta a prendere la decisione di imporre sanzioni alla Russia se l’economia e i cittadini serbi iniziano a subire danni irreparabili per il rifiuto del Paese di imporre sanzioni.
“Poiché la decisione (del Consiglio di sicurezza nazionale) è ancora in vigore, significa che non è ancora il caso”, ha dichiarato Dacic al quotidiano Kurir, aggiungendo che è nell’interesse della Serbia non imporre sanzioni alla Russia, ma che il governo monitorerà l’impatto di tale decisione sull’economia serba.
Secondo lui, oltre alle pressioni sulla Serbia per il rifiuto di imporre sanzioni, anche il commercio estero tra i due Paesi è diminuito, mentre “in alcuni Paesi occidentali che hanno imposto sanzioni alla Russia è aumentato”.
Commentando le dichiarazioni del ministro dell’Economia Rade Basta, membro del partito Jedinstvena Srbija, che è in coalizione con il Partito socialista serbo di Dacic, secondo cui la Serbia dovrebbe introdurre sanzioni contro la Russia, Dacic ha ribadito che il suo partito e tutti i membri del suo governo sostengono la decisione del Consiglio per la sicurezza nazionale e la politica statale.
“Finché la nostra decisione e la nostra politica in materia di sanzioni saranno in vigore, ci atterremo coerentemente ad esse”, ha dichiarato.
Tuttavia, dopo che i media hanno citato Dacic sulla possibilità che la Serbia imponga sanzioni, l’ambasciatore russo in Serbia, Aleksandr Botsan-Khartchenko, ha invitato Dacic a un incontro oggi, alle 14, che si terrà nella sede del Ministero degli Esteri serbo.
(Novi Magazin, Nova.rs, 27.03.2023)
This post is also available in: English