I salari del settore pubblico aumenteranno dell’8-15% da novembre di quest’anno, ha annunciato oggi la Prima Ministra Ana Brnabic. L‘incremento maggiore sarà per le infermiere e i tecnici (15%) e per i medici (10%).
Per i dipendenti delle istituzioni scientifiche e culturali, l’aumento della retribuzione sarà del 10%, per gli educatori, i giudici e i pubblici ministeri, i servizi sociali e di sicurezza, l’aumento sarà del 9% mentre per gli impiegati della pubblica amministrazione dell’8%.
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Secondo la Brnabic, i pensionati riceveranno il pagamento di una tantum di 5.000 dinari a partire dal 1° dicembre e il piano prevede di aumentare le pensioni dal 1° gennaio 2020 di “almeno il 5%”.
“Questo è il primo ribilanciamento positivo, che finora era legato a un contesto negativo e al deficit dovuto alle spese fuori budget; ora c’è un surplus di bilancio di 46,4 miliardi di dinari per la prima volta e vogliamo restituire i soldi ai cittadini e sostenere i pensionati” ha detto la Brnabic.
Rispondendo a una domanda su quando il divieto di impiego nel settore pubblico, introdotto nel 2014, sarebbe stato revocato, la Brnabic ha affermato che il divieto non esiste e che questo si vede dato che 4.000 persone sono impiegate nell’assistenza sanitaria, che c’è controllo e che saranno fatti degli sforzi per mantenerlo.
La Premier serba ha dichiarato che non soddisferà la richiesta di un gruppo di studenti i quali stanno bloccando il rettorato dell’Università di Belgrado chiedendo il licenziamento del Ministro delle finanze Sinisa Mali prima della decisione sul plagio del suo dottorato; e che non vuole vivere in un Paese in cui 15-20 persone possono sequestrare un’istituzione “coprendo con borse le telecamere e prendendo le chiavi al portinaio. Per me è anarchia, ma non interferiremo con l’autonomia dell’Università”, ha continuato la Prima Ministra.
La stessa ha aggiunto che sta cercando di garantire che tutti abbiano gli stessi diritti, ma ad oggi le persone nel rettorato non possono lavorare e 100.000 studenti non possono usufruire dei servizi previsti. Lei comunque non reagirà perché non vuole rispondere agli ultimatum e ha ricordato che il Rettore dell’Università di Belgrado Ivanka Popovic ha anche sottolineato che gli studenti che bloccano il rettorato portano con loro una richiesta politica.
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