I Paesi dei Balcani occidentali stanno crescendo a un ritmo più veloce rispetto a quello del 2015, con una crescita regionale previsionale al 2,8% nel 2016 e al 3,2% nel 2017, secondo l’ultimo Rapporto economico sui Balcani occidentali presentato dalla Banca Mondiale (WB RER).
L’accelerazione della crescita in Albania e Serbia è compensata dalla più debole espansione in Montenegro e nella ex Repubblica jugoslava (FYR) di Macedonia; mentre la crescita in Kosovo ha registrato un rallentamento nel 2016, è rimasta la più rapida crescita economica, secondo la sintesi diffusa attraverso un comunicato stampa dalla Banca mondiale.
Un maggior numero di posti di lavoro e il basso livello dei prezzi stanno contribuendo a ridurre la povertà nella regione, con un calo dei tassi medi di povertà di quasi due punti percentuali in Albania, Macedonia, Montenegro e Serbia nel 2016, integrando altri guadagni che hanno contribuito a sottrarre alla povertà circa 240.000 persone negli ultimi tre anni.
“Il ritmo della crescita nei Balcani occidentali ha ripreso ad accelerare nel 2016, con un incoraggiante calo della disoccupazione e della povertà”, sostiene Ellen Goldstein, della Direttrice regionale della Banca Mondiale per i Balcani occidentali. “La crescita e l’occupazione sono aumentate in particolare nei paesi che hanno registrato progressi significativi nel taglio del deficit fiscale, affrontando l’eredità di uno stato grande ed inefficace e migliorando l’ambiente per gli investimenti nazionali ed esteri”.
Nonostante questi progressi, il mercato del lavoro rimane problematico nei Balcani occidentali, con tassi di disoccupazione che si hanno oscillato intorno al 22% nel 2016.
Gli sforzi compiuti in direzione delle riforme si sono rivelati efficaci ad attrarre investimenti privati, stabilizzare il debito pubblico, e aumentare i redditi delle famiglie. La crescita appare quindi rafforzata, cosi come il bilancio fiscale dei paesi che hanno sostenuto lo sforzo di riforma, tanto quanto la loro capacità di recupero di fronte a potenziali shock economici.
“Abbiamo assistito ad un miglioramento dei saldi di bilancio nei Balcani occidentali. Alcuni paesi hanno raggiunto questo risultato, proteggendo o aumentando la spesa per gli investimenti, e ciò contribuirà a sostenere e accelerare la crescita in futuro”, hanno spiegato Ekaterina Vostroknutova e Marco Hernandez, economisti co-autori del rapporto. “Altri paesi hanno ridotto il deficit tagliando gli investimenti, ma incrementando salari, pensioni, sussidi e trasferimenti. Ciò avrà un impatto negativo sulla crescita futura”.
Secondo il rapporto, sostenere la crescita nei Balcani occidentali e affrontare le sfide poste dalla di disoccupazione implica mantenere salda la rotta sulla via delle riforme. In particolare, sono necessari un ulteriore consolidamento fiscale e riforme strutturali per tutti i sei paesi al fine di migliorare l’efficienza dei settori pubblici e rafforzare la competitività delle loro economie, promuovendo lo sviluppo del settore privato. La relazione sottolinea le riforme dovrebbero concentrarsi nei settori del mercato del lavoro, nell’efficienza del clima aziendale del settore pubblico, e nell’integrazione globale, garantendo al tempo stesso l’uso sostenibile dell’energia e delle risorse naturali.
(European Western Balkans, 06.04.2017)
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