Alla fine dello scorso anno, il debito pubblico totale della Serbia ha raggiunto i 26,7 miliardi di euro, l’importo più elevato degli ultimi due decenni. L’indebitamento più basso, pari a 8,8 miliardi di euro, si è registrato a fine 2008, e da allora è in costante crescita.
Il professore della Facoltà di Economia di Belgrado, Ljubodrag Savić, spiega che nell’economia l’ammontare del debito non è mai visto isolatamente, ma è importante quanto debito grava sullo Stato, se è in grado di mantenerlo e per cosa viene speso il denaro preso in prestito.
La Serbia ha chiuso lo scorso anno con un debito pubblico di 26,7 miliardi di euro, quasi 2,7 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Anche la quota del debito sul prodotto interno lordo (PIL) è balzata dal 52 al 57,4%.
Il professor Savić dice che l’ammontare del debito pubblico di per sé può indicare qualcosa, ma non è sufficiente.
“Molto spesso si osserva nell’economia in senso relativo per quanto grava sul Paese. È essenziale quanto costa il servizio del debito pubblico. Se il Paese può permetterselo e paga regolarmente ogni anno, allora non ci sono problemi”, spiega e aggiunge:
“Ma se il Paese non lo sopporta, non importa quanto debito tu abbia. In quel caso sei in difficoltà e sarà difficile trovare qualcuno che ti conceda un nuovo prestito, che ti aiuti a chiudere quello vecchio o a ripagare gli interessi. Ciò significa che il Paese diventa insolvente”.
Osserva che ci sono criteri che devono essere soddisfatti da tutti i Paesi che vogliono essere membri dell’Unione europea, e anche candidati, per i quali la tolleranza è che la quota del debito pubblico sul PIL totale sia inferiore al 60%.
La Serbia è attualmente al di sotto di tale limite e ha attraversato il confine negli ultimi vent’anni nel 2014, quando la quota del debito sul PIL era del 66,2%, nel 2015 quando ha toccato il record del 70% e nel 2016 quando era del 67,7%.
Il professore ricorda che nel 2009, durante il mandato di Mirko Cvetković, la Serbia ha approvato la Legge sul debito pubblico, dove lo Stato si impegnava a non prendere più prestiti esteri, se aumentavano il debito pubblico oltre il 45% della quota del PIL. Dal 2012, la Serbia ha sempre violato questa disposizione legale.
Lo stesso avverte che una situazione del genere non durerà e che è necessario guardare al futuro:
“Quando le economie si riprenderanno, i tassi di interesse saliranno sicuramente. E noi non siamo un Paese che può rimborsare il prestito quando vuole, anzi continueremo a prendere in prestito anche in futuro”.
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