Il Tribunale penale Internazionale dell’Aia ha condannato Radovan Karadzic, ex presidente della Repubblica serba di Bosnia, a quarant’anni di detenzione per il genocidio di Srebrenica e per crimini di guerra commessi in Bosnia Erzegovina tra il 1992 e il 1995, quali deportazioni, persecuzioni e sterminii, per l’assedio di sarajevo e per la presa in ostaggio di personale delle Nazioni Unite.
Si tratta della sentenza di primo e quindi non dell’ultima parola del tribunale perché Karadzic, che ha chiesto di essere prosciolto dal processo e dall’accusa, che invece ha chiesto per lui il carcere a vita, può presentare ricorso.
Il Tribunale, presieduto dal coreano O-Gon Kwon, ha stabilito che Karadzic debba continuare ad essere detenuto all’Aia. Nelle due ore di lettura del dispositivo della sentenza il giudice Kwon ha specificato che Karadzic può essere ritenuto innocente solo per il primo punto dell’accusa, relativo ai genocidi in sette municipalità bosniache, mentre è stato ritenuto colpevole per gli altri dieci punti dell’accusa, compresa Srebrenica.
L’accusato, secondo la corte, è stato una figura chiave dell’impresa criminale assieme al comandante dellesercito della Repubblica serba di Bosnia Ratko Mladic, assieme agli accusati Momcilo Krajisnik, Biljana Plavsic, Nikola Koljevic, Mico Stanisic, Zeljko Raznatovic Arkan e Vojislav Seselj.
Il giudice ha detto che vi sono prove che 5115 mussulmani sono stati uccisi negli episodi la cui resposabilità è attribuita a Karadzic mentre pe runo dei casi di assassinio di prigionieri la sua responsabilità non si è potuta accertare. “L’accusato era l’unica persona all’internod ella Repubblica serba di Bosnia che poteva prevenire l’assassionio di mussulmani. Al contrario, l’accusato diede ordine di trasferire i prigionieri mussulmani da Bratunac a Zvornik e altri luoghi dove furono uccisi”, ha affermato il giudice. Karadzic ha ascoltato la sentenza calmo, con il volto che non tradiva sentimenti, scrollando a volte lievemente il capo.
Secondo le parole di Kwon la corte ha verificato che la strage di Srebrenica è stata condotta in base a un piano sistematico e organizzato della leadership bosniaca teso a uccidere tutti i bosgnacchi in età militare. Karadzic ordinò il 9 luglio 1994 di attaccare Srebrenica, dove si erano rifugiati migliaia di mussulmani bosniaci, e l’11 luglio la cittadina cadde nelle mani dei serbi bosniaci. Il generale Ratko mladic dichiarò davanti alle telecamere: “E’ giunto il momento di attuare la vendetta contro i turchi qui”. Karadzic veniva costantemente aggiornato di come si evolveva la situazione.
Allo stesso modo la corte ha valutato che Karadzic ha sostenuto e approvato l’assedio di Sarajevo.
Nikolic: la condanna non condizionerà l’esistenza della Repubblica serba di Bosnia
Il presidente della Serbia, Tomislav Nikolic ha dichiarato che la condanna di Karadzic non deve condizionare il destino della Repubblica serba di Bosnia ed ha invitato tutti i rappresentanti politici del popolo serbo in Bosnia e Erzegovina di lottare per la Repubblica serba e per i suoi cittadini.
“La Serbia compierà i suoi obblighi e diritti definiti dall’Accordo di Dayton, in particolare il diritto della Serbia di sostenere ed aiutare l’esistenza della Repubblica serba”, ha detto Nikolic.
Ban: giorno storico per la giustizia penale internazionale
Il segretario generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon ha detto che la condanna di Radovan Karadzic è “un giorno storico per la giustizia penale internazionale”. Questa condanna è un segnale forte per tutti quelli che sono risponsabili per le proprie azioni e mostra che i fuggitivi non possono sfuggire alla risolutezza collettiva della comunità internazionale nel portarli davanti alla giustizia”, ha detto Ban.
Reazioni
La Procura del Tribunale all’Aia e il procuratore principale, Serge Brammertz hanno dichiarato che giustizia è fatta. “Siamo contenti perchè è stata provata la responsabilità personale di Karadzic per vari crimini commessi in tutti i comuni della Bosnia, anche durante l’assedio di Sarajevo e il genocidio di Srebrenica”, ha detto il procuratore.
La coordinatrice di REKOM, Natasa Kandic ritiene che la condanna di 40 anni di Karadzic è giusta per le vittime, ma anche per l’accusato. Kandic ha valutato che Karadzic è stato condanatto per i reati di guerra ed che era consapevole che essi succedevano.
Il presidente del consiglio parlamentare per i diritti umani, Meho Omerovic ha dichiarato che la condanna di Karadzic è solo una piccola parte per servire la giustizia. Omerovic ha valutato che questa è “la condanna di una politica criminale che purtroppo è riuscita a separare i popoli”.
Peter Robinson, uno dei membri della squadra legale di Radovan Karadzic, ha annunciato appello contro la sentenza. Robinson ha detto che Karadzic è rimasto stordito per essere stato proclamato colpevole per l’organizzazione dei crimini durante la guerra in Bosnia dal 1992 al 1995.
(Politika, 24.04.2016.)