Cosa porta alla Serbia il nuovo accordo sul gas russo?

Domenica scorsa il Presidente serbo Vucic e quello russo Putin si sono accordati su come continuare a fornire alla Serbia il gas russo; il prezzo varierà da 310 a 408 dollari per mille metri cubi di gas nei prossimi tre anni e sarà legato al prezzo del petrolio. Alcuni esperti sono intervenuti all’emittente “RTS” per analizzare ciò che la Serbia ha guadagnato con il nuovo accordo e ciò che ha invece perso.

Bojan Stanic, vicedirettore del Settore per l’analisi strategica della Camera di commercio serba (PKS), ha affermato che il nuovo accordo porta un po’ di pace alla popolazione, all’economia e all’intero Paese, poiché si riduce l’incertezza sull’approvvigionamento di gas. “È molto importante che ciò porti a una certa stabilizzazione sul mercato, diciamo, di altre fonti energetiche; intendiamo principalmente pellet e legna da ardere, per i quali la domanda è aumentata in modo significativo nelle ultime settimane”, ha affermato Stanic. Lo stesso ha aggiunto che dal punto di vista serbo, è importante che l’accordo copra tre aspetti fondamentali: prezzo, quantità e sicurezza dell’approvvigionamento di gas.

L’esperto energetico Milos Zdravkovic ha invece dichiarato di non aver paura dello scenario per cui la Bulgaria impedirebbe il transito di gas alla Serbia e ha affermato che “l’Ucraina lo ha fatto due volte e ha pagato”. “L’interruzione del transito comporta alcune azioni legali, perché le aziende e i Paesi hanno prenotato delle capacità nei gasdotti e semplicemente la Bulgaria non è in grado di permettersi questo. A seguito di pressioni, la Bulgaria ha recentemente rinunciato al South Stream, un gasdotto pianificato, con una capacità di 63 miliardi di metri cubi. Successivamente ha ricevuto un premio di consolazione, un gasdotto di 15,75 miliardi di metri cubi attraverso la Turchia che è un loro rivale geopolitico”, ha affermato Zdravkovic.

Parlando del prezzo, Zdravković ha affermato che l’era dell’energia e delle fonti energetiche a basso costo in Europa e nel mondo è finita. “Se confrontiamo i prezzi in Europa all’epoca in cui noi avevamo un prezzo di 270 dollari, la Germania 230, la Turchia 210, la Polonia aveva un prezzo esclusivo di 450 dollari, il prezzo più alto in Europa. Poi la Commissione europea ha avuto l’idea di comprare il gas in borsa e non fare i contratti come prima, quindi i prezzi sono valutati diversamente”, ha spiegato Zdravković, sottolineando che la Serbia, come Paese di transito, ha posizioni negoziali migliori sia con l’Occidente che con l’Oriente, e ha ricordato che i russi possiedono quasi l’intera industria degli idrocarburi in Serbia, così come l’industria petrolchimica, e hanno investito molto nella modernizzazione dell’industria petrolifera serba.

“Per quanto riguarda il prezzo, ovviamente è meglio formare il prezzo sulla base del prezzo del petrolio, e non sulla base dei valori borsistici DTF nei Paesi Bassi. Se così fosse, in questo momento il prezzo si aggirerebbe intorno ai 1.010 dollari per mille metri cubi, e andrebbe a crescere drasticamente. Nel periodo estivo i prezzi del gas sono molto più bassi, mentre in inverno vanno alle stelle”, ha sottolineato Zdravković.

Gli analisti dell’Agenzia internazionale per l’energia prevedono che il prezzo del gas in Europa sarà di circa 3.000 dollari per mille metri cubi e che la Norvegia, secondo fornitore europeo di petrolio e gas, ha affermato che arriverà fino a 3.500 dollari; se fosse così il prezzo concordato dalla Serbia sarebbe “iperfavorevole”.

https://www.rts.rs/page/stories/sr/story/13/ekonomija/4833430/oko-srbija-rusija-gasni-sporazum-.html

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