Consiglio fiscale: “Il nuovo governo cambi la legge sul finanziamento degli enti locali”

Il componente del Consiglio fiscale Nikola Altimparmakov sottolinea come il nuovo governo dovrà mettere mano alla legge che regola l’autofinanziamento degli enti locali. In una dichiarazione alla Tanjug, Altimparmakov consiglia il nuovo governo di continuare con le riforme settoriali, dopo che le misure di austerità hanno praticamente dimezzato il deficit di bilancio. “Il governo ha fatto molto bene finora in merito alle misure di austerità che hanno portato il deficit a passare dal 6,5% a meno del 2,5%, come stimiamo noi per il 2016. In questo senso una gran parte del alvoro è stato già fatto e ora rimangono da realizzare le riforme settoriali, la riforma delle imprese pubbliche, le privatizzazioni, la soluzione del problema delle imprese in ristrutturazione e il varo di una nuova legge per il finanziamento degli enti locali”, specifica Altimparmakov, il quale evidenzia che su questo ultimo punto si è in ritardo visto che bisognava approvare la legge a fine 2015 e ora bisognerebbe farlo al più presto per consentire agli enti locali di predisporre i bilanci per il 2017. 

Altimparmakov ricorda che il problema si è venuto a creare nel 2011, quando, nonostante l’opposizione del Consiglio fiscale, l’FMi e altre istituzioni finanziarie diedero il via libera all’attuale legge sul finanziamento degli enti locali, per tanti versi controproduttiva. “Si tratta di una legge caotica e per nulla sistematica, che ha preso 40 miliardi dal bilancio statale e li distribuisce “ad hoc” agli enti locali. Le risorse non sono state investite in investimenti capitali o infrastrutturali ma solo per consumi correnti”, dice Altimparmakov, che comunque riconosce che alcuni dei buchi aperti dalla legge sono stati sanati dalle correzioni alla legge fiscale approvati nel 2013 e ora vi sono 8 miliardi di dinari che devono essere restituiti al bilancio dello Stato.  Secondo il componente del Consiglio fiscale, il ministero delle finanze ha fatto un buon lavoro sulla bozza della nuova legge, la quale rassomiglia alla omologa legge del 2006.

Questo giudizio non è condiviso dal NALED (National Alliance for Local Economic Development), tra i cui componenti vi sono molti enti locali. Il NALED non condivide l’indirizzo che intende ripartire agli enti locali gli introiti derivanti dalle tasse sui redditi personali non più nella misura dell’80% degli stessi ma del 50%, compensando queste mancate entrate con le tasse sulle imprese e sulla registrazione dei veicoli a motore. Le tasse sul reddito personale rappresentano oggi in media il 36% degli introiti degli enti locali e in alcuni casi superano il 50%. Il NALED evidenzia che dalle proiezioni oggi in possesso degli enti locali, questi ultimi andrebbero a perdere un quinto delgi introiti e i trasferimenti dalle casse centrali non compenserebbero questo scompenso. Inoltre il meccanismo di trasferimento dei fondi dal bilancio centrale non è chiaro e non si riuscirebbe a prevedere il loro flusso così da stilare un bilancio di previsione certo. Questa organizzazione richiede dunque che il Ministero e gli enti locali debbano incontrarsi per fare ulteriori analisi e previsioni per evitare un ulteriore indebolimento degli enti locali. Gli enti locali hanno già subito il taglio delle tasse sul reddito dal 12 al 10% emanato nel 2013 e nel frattempo sono state loro attribuite nuove funzioni quali la gestione dei poliambulatori e delle farmacie pubblici con un sistema insostenibile di costi e indebitamento, oltre alla gestione delle situazioni di emergenza, della polizia comunale e così via. “Una delle conseguenze dalla perdita di questi fondi sarà l’incremento delle tasse locali sui cittadini e le imprese, riducendo l’attrattività delle città per gli investimenti, indebolendo le attività degli enti locali e riducendo gli investimenti nelle infrastrutture”, fanno sapere dal NALED.

Altimparmakov dal suo canto ritiene che le critiche alla nuova legge enfatizzino i 8 miliardi di dinari che gli enti locali dovrebbero restituire alle casse dello Stato, che tuttavia rappresentano il 3% degli introiti di tutti gli enti locali. “Se sono stati tagliati del 10% gli stipendi dei dipendenti statali non vedo perché i enti locali non potrebbero tagliare le loro spese del 3%. Il fatto è che molti enti locali hanno livelli di spesa del tutto irrealistici che non riescono a finanziare. Dunque è importante migliorare la trasparenza nel processo a livello locale, così che ci si allinei con quello nazionale”. conclude Altimparmakov.

(Blic, 05.08.2016, http://www.blic.rs/vesti/ekonomija/fiskalni-savet-nova-vlada-da-promeni-zakon-o-finansiranju-lokalnih-samouprava/809635l )

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