Alla fine di agosto il deficit pubblico ammontava a 44 miliardi di dinari, tre volte di meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’economia serba esce gradualmente dalla crisi. Questa è la valutazione indicata nel nuovo rapporto trimestrale della Commissione Europea relativo ai paesi candidati.
La crescita si registra nei settori di miniera e di produzione dell’energia elettrica, che erano stati colpiti di più dalle alluvioni l’anno scorso. Inoltre, risulta una crescita del settore delle costruzioni del 12,6%, mentre nel settore agricolo si evidenzia un calo del 9,4 percento.
“L’aumento del prodotto interno lordo dell1% nel secondo trimestre è stato trainato dalla crescita delle esportazioni e investimenti”, viene indicato in questo documento della Commissione Europea.
Inoltre, la percentuale dei disoccupati è diminuita dal 21,2 al 18,5%. “Quello che sorprende è il fatto che il numero dei dipendenti nel settore pubblico è aumentato di 32.000 unità, nonostante la politica di divieto di assunzione”, è scritto nel rapporto.
Quando si tratta della politica monetaria, l’inflazione è passata dal 2,5% al 5,5%, il tasso di interesse di riferimento è diminuito al 5%, mentre il cambio medio del dinaro è stabile.
Per quanto riguarda il bilancio statale, il deficit ammonta a 44 miliardi di dinari. Dall’altra parte le entrate dello Stato sono aumentate del 6,6%, grazie all’aumento delle accise sul tabacco (19,8%), nonchè grazie all’IVA sulle importazioni (9,3%).
Nel rapporto della Commissione anche viene indicato che 170.000 migranti hanno attraversato la Serbia durante l’estate. La maggior ondata dei profughi è stata ai mesi di agosto e settembre. Questo ha causato la chiusura temporanea delle frontiere con Croazia e Ungheria.
(Politika, 13.10.2015.)
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