Secondo le ultime previsioni della Commissione Europea, la Serbia crescerà dell’1,1% nel 2014 e dell’1,9% nel 2015.
“Nonostante il nuovo pacchetto di misure di consolidamento fiscale, le uscite complessive del bilancio della repubblica di Serbia rimarranno estremamente alte anche nel 2014, a causa degli alti tassi di interesse per i prestiti accesi negli anni scorsi, delle spese per gli investimenti, dei nuovi sussidi e delle spese sociali. Un’inflazione più bassa del previsto si rifletterà negativamente sulle entrate pubbliche e contribuirà all’aggravamento della pressione fiscale”, è scritto nel rapporto della Commissione Europea.
Secondo il massimo organo esecutivo dell’Unione, la situazione in Serbia nel 2014 e nel 2015 rimarrà deprimente a causa degli alti tassi di interesse sul debito pubblico e del grande numero di uscite non obbligatorie che limitano la flessibilità sul lato della spesa.
Anche la spesa privata dei serbi dovrebbe calare, dell’1,1% nel 2014 e dello 0,5% nel 2015. Il tasso di disoccupazione, oggi al 22,1%, dovrebbe crescere fino al 22,6% per calare nel 2015 al 22,5%.
Nel 2013 la crescita del PIL della Serbia è stata del 2,5%, superiore al previsto, grazie all’incremento delle esportazioni, le quali sono cresciute l’anno scorso del 16,6%.
“Nonostante i dati positivi del quarto trimestre 2013, i consumi pubblici come quelli privati sono calati, rispettivamente dell’1,7% e dell’1,5%. Dopo alcuni mesi di crescita, i salari reali nei primi due mesi del 2014 sono calati e resteranno stagnanti per i prossimi mesi”. La Commissione sottolinea che l’alta disoccupazione metterà sotto pressione i salari reali, fattori che, assieme al declino della popolazione e al calo del credito al consumo, condizioneranno negativamente i consumi privati.
L’agricoltura nel primo trimestre di quest’anno è cresciuta del 20% rispetto a dodici mesi fa ma il settore delle costruzioni è caduto di un quarto, fenomeno che si spiega con il calo degli investimenti e le condizioni per i prestiti bancari alquanto non favorevoli.
L’inflazione rimarrà bassa a causa della domanda debole, grazie al cambio relativamente stabile, così come il prezzo dei generi alimentari.
Il rapporto ritiene che, anche attuando tutti gli interventi previsti per consolidare il bilancio pubblico, il deficit statale quest’anno sarà attorno al 6% con il debito probabilmente superiore al 70%.
(Politika, 06.05.2014)