È una caratteristica naturale del crimine organizzato “avere un legame stretto con le autorità governative”, dice il criminologo Dobrivoje Radovanovic.
Il capo redattore di KRIK Stevan Dojcinovic sostiene che ci sono quattro gruppi criminali i cui tentacoli si estendono fino al governo, convinto che nella lotta alla criminalità bisogna prima sostituire le persone al potere che hanno dimostrato di essere associate con questa. Secondo l’interpretazione di Radovanovic, per un paese, è importante che dalla criminalità ci si possa liberare almeno fino al punto che questa non controlli le istituzioni, il governo, la magistratura e l’amministrazione dello stato.
“Se riusciamo a raggiungere quel livello, possiamo conviverci. Se non raggiungiamo tale livello, vivremo soggiogati dal crimine organizzato”, ha avvertito Radovanovic
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Commentando un’intervista per NIN e Krik dell’ex capo della Polizia criminale Rodoljub Milovic e la sua tesi sul rapporto tra il Ministro Zlatibor Loncar e gli ambienti criminali, Radovanovic ha osservato che, se verrà dimostrato un fondo di verità, richiederà non solo le dimissioni del ministro, ma anche del Primo Ministro. “Le accuse contro Loncar le sentiamo da anni”, ha detto Radovanovic, che presuppone “che lo Stato ha già fatto il suo lavoro in passato, quando per queste accuse non ha trovato alcuna prova materiale”.
In un’intervista egli ha osservato che i politici e i giornalisti facilmente lanciano accuse, mentre la magistratura dovrebbe occuparsi di prove concrete che accusino o liberino un uomo da una sentenza. In precedenza, queste accuse provenivano da persone che erano fuori legge, o sotto protezione della legge, questa volta invece arrivano direttamente dall’ex capo della Polizia criminale.
Come ha spiegato, “lui è praticamente il secondo uomo nella gerarchia dell’organo di polizia e la sua affermazione non può essere ignorata proprio così”. Il silenzio in questa situazione non è favorevole alle autorità, ha detto Radovanovic, il quale ritiene che il governo “dovrebbe uscire con una dichiarazione in cui affermare almeno che l’accusa esaminerà tutto”.
Oltre a Loncar, il reato è, secondo lui, associato anche all’ufficio di Ivica Dacic, a causa del legame con il clan di Darko Saric, fratello del presidente Andrej, e del legame con Zvonko Veselinovic, così come con la parte del governo vicina alla banda di Salet Mutav.
“Non abbiamo una giustizia indipendente, non abbiamo nessuno che possa formarla, questo ci si aspetterebbe dai politici ai vertici del governo. Ma questi sono intrappolati in queste storie sul crimine, quindi è una sorta di vicolo cieco”, ritiene Dojcinovic.
Lo stesso sottolinea che durante la campagna “Sablja” è stato distrutto un clan criminale della banda di Zemun, sostenendo, tuttavia, che non si è andati fino alla fine, fino al Dipartimento di Sicurezza dello Stato e a tutti i collaboratori che lavorano lì, i quali perciò ancora fanno parte del gruppo criminale.
Dojcinovic quindi sostiene che la testimonianza di Milovic incoraggerà altri che sanno molto, ad uscire, a parlare pubblicamente e a rompere l’atmosfera della paura.
Photo credit Foto: FoNet/Nenad Djordjević
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