Chiusa la “rotta balcanica” dei migranti

La Slovenia da mezzanotte non accoglierà più i migranti senza passaporti e visti validi, che dunque questo comporterò la chiusura della “rotta balcanica”, è stato detto ieri sera dal Ministero degli Affari Interni della Serbia (MUP). Inoltre, viene dichiarato che la Serbia, dopo questa decisione, allineerà tutte le sue misure in conformità con l’Unione europea, e le applicherà reciprocamente ai propri confini meridionale e orientale, verso la Macedonia e la Bulgaria.

Secondo il comunicato, il Ministero degli Affari Interni della Croazia ha informato il Ministero degli Affari Interni della Serbia che la Slovenia, un membro dell’UE, da mezzanotte inizia ad attuare un nuovo regime di ingresso nella zona Schengen, e che non riceveranno più i migranti senza visti e passaporti validi.

“Questo a tutti gli effetti significa la fine della “rotta balcanica’”, viene affermato nella nota del MUP“. In seguito al nuovo regime che è stato applicato da un membro dell’Unione europea, la Serbia non può permettersi di diventare un centro di raccolta per i rifugiati”, viene inoltre aggiunto.

“La rotta balcanica” non c’è più, e la Slovenia continuerà a permettere l’entrata nel paese solo a chi ha i documenti necessari per entrare nello spazio Schengen”, ha dichiarato Miro Cerar, il primo ministro sloveno, dopo la fine del summit dell’Ue sulla crisi dei migranti. “Il summit ha inviato un messaggio molto chiaro ai contrabbandieri di rifugiati e migranti illegali che la rotta balcanica non esiste più”, egli ha aggiunto.

I leader dell’Unione europea, nel summit di Bruxelles, hanno raggiunto ieri in tarda serata un accordo di principio con la Turchia per alleggerire la crisi dei rifugiati, ma la decisione finale è stata rinviata per il summit della prossima settimana, per discutere nel fratempo i dettagli delle nuove esigenze avanzate da Ankara. La realizzazione dell’intero dell’accordo dipende dalla Turchia, che ha rivelato nuove esigenze, tra i quali altri tre miliardi di euro in aiuti (in aggiunta ai precedenti tre, che sono stati promessi a novembre). 

“La Turchia ha offerto di fare un ambizioso piano d’azione per fermare il crescente numero di rifugiati. In cambio, vogliono più soldi, la liberalizzazione dei visti e l’apertura di nuovi capitoli negoziali per l’adesione all’Unione europea”, viene riportato dalla fonte di “Novosti”. Nelle conclusioni perliminari, ai quali “Novosti” aveva accesso, si rileva inoltre che la Grecia si assumerà le maggiori conseguenze, ma verra aiutata dall’Europa nel modo sia in termini monetari che umanitari. Attualmente, in Grecia si trovano circa 34.183 profughi, secondo l’agenzia greca per il coordinamento della gestione delle crisi, di cui 13.000 nel campo profughi di Idomeni , mentre il restante nelle altre regioni.

(Tanjug, Novosti; 08.03.2016)

Share this post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

scroll to top