Charles Cather: un americano in Serbia che smonta i pregiudizi

Charles Cather è allo stesso tempo tutto e niente di quello che ci si aspetta da un americano “tipico”: è eloquente, gentile, allegro, laborioso, e ancora, penetrante, profondamente a conoscenza dei meccanismi della società serba e di mentalità aperta. Nel corso dell’intervista che ci ha rilasciato, Charles distrugge una serie di stereotipi che si sono andati diffondendo su e tra serbi e americani negli ultimi decenni, e, indirettamente, ci rammenta di come la nostra vita si svolga ormai in un villaggio globale in cui gli elementi di connessione sono in numero maggiore rispetto ai motivi di divisione.

Charles, i tuoi video su YouTube hanno avuto oltre 5,3 milioni di visualizzazioni, più di 20.000 persone ti seguono su Facebook, vieni spesso riconosciuto in strada e invitato a cerimonie ufficiali, hai partecipato a diversi programmi in numerose televisioni in Serbia e nei paesi limitrofi, e si potrebbe anche sostenere che sei una celebrità locale. Eppure, ci sono persone in Serbia che non hanno mai sentito parlare di te. Chi è Charles Cather?

Beh, sono un quasi quarantenne con lo spirito di un quindicenne. Sono nato in un piccolo villaggio nel cuore dell’Illinois nel 1976 da un agricoltore e un’impiegata statale. Ho sempre coltivato una passione per la geografia e quando la maggior parte dei bambini consultavano la biblioteca in cerca di storie spaventose, cartoni animati, ecc, io volevo libri sull’Unione sovietica, sull’Australia e paesi africani. Non dimenticherò mai le preoccupazioni della bibliotecaria per la mia passione per i libri sull’URSS e sulla Cina comunista. Mi invitava a leggere più libri sugli Stati Uniti e sulla nostra storia. Mia madre e mio padre ricordano che addirittura andavo dicendo di volermi trasferire in USSR un giorno. Ci sono andato abbastanza vicino.

Sono sempre stato un ragazzo molto loquace ed estroverso, il che mi ha spesso portato ad entrare in conflitto con i miei insegnanti. Si potrebbe anche dire che sono stato un ragazzo un po’ ribelle. Sono sempre stato interessato agli svantaggiati in tutti gli aspetti della vita. La mia comunità era una comunità bianca molto conservatrice, così decisi di virare a sinistra e di sostenere con passione politici e organizzazioni di sinistra. Sono stato anche un regolare tesserato della NAACP (Associazione Nazionale per l’avanzamento della gente di colore). Mio padre mi ha costretto a lavorare durante le scuole superiori, il che all’epoca mi aveva contrariato, ma ora sono contento di averlo fatto. Ho lavorato come istruttore nei campi educativi estivi, come Dj in radio, come raccoglitore di frutta, come manager in una fabbrica di mobili.

Dopo il college, sono passato alla gestione delle vendite sul campo e ho continuato a lavorare nel settore automobilistico per Ford, Lincoln, Mercury, Chrysler, Dodge, Jeep, Cadillac, GM, Buick prima di trasferirmi in Messico e poi in Serbia nel 2011.

Charles Novi SadUna volta arrivato in Serbia, ho scoperto che tutto quello che mi era stato detto sui serbi e su questa parte del globo era estremamente unilaterale e sbagliato. E mi dava fastidio che le uniche informazioni disponibili su YouTube e altrove dipingessero i serbi esclusivamente in cattiva luce. Questo mi ha spinto a realizzare e caricare su YouTube per alcuni amici un breve video intitolato “La mia opinione sulla Serbia”. Si trattava di un breve e sciocco video in cui dico semplicemente che la versione dei media mainstream non è corretta e che la Serbia è un ottimo posto con persone molto ospitali. Dopo che Blic e Kurir hanno deciso di condividerlo ho iniziato a ricevere messaggi da tutte le parti del mondo da serbi che volevano ringraziarmi e dirmi quanto bello sia stato sentire un americano affermare certe cose. La risposta al video mi ha colpito così tanto che ho continuato ad esprimere la mia idea, iniziando a scrivere un blog sulla Serbia, vista attraverso gli occhi di un americano, e ad oggi i miei video hanno raggiunto i 5 milioni di visualizzazioni. Non sembra molto, ma i miei video sono in lingua inglese e parlano della Serbia, quindi il mio pubblico sarà sempre piuttosto limitato. Sono molto orgoglioso di essere stato accettato dai serbi e non vorrei cambiare una virgola di quanto fatto e detto.

Hai vissuto in Serbia e fuori per quasi sei anni. Cosa ci fa un uomo di Greenup, Illinois, ad 8.000 km ad est da casa sua e in Serbia? Come si è sviluppata la tua odissea? Sei sempre stato attratto dal viaggio o hai semplicemente sentito che era giunto il momento di esplorare il mondo?

Come già detto, sono sempre stato affascinato dall’ignoto e viaggiare mi ha sempre eccitato. Credo di aver ereditato questa spinta da mio padre, che ci ha sempre condotto in lunghi viaggi durante le vacanze estive: siamo stati in quasi tutti gli stati ad ovest del Mississippi, numerose volte in Canada e in Messico. Era quasi pronto a trasferirsi con tutti noi in Brasile nei primi anni ’80, quando ebbe la possibilità acquistare una grande azienda agricola. Ho viaggiato la prima volta da solo nel 1996, recandomi in Australia per incontrare alcuni amici conosciuti su Internet. L’esperienza è stata così incredibile che ho deciso di tornare anche nel 2002, facendo scalo per una settimana in Nuova Zelanda. Successivamente ho viaggiato attraverso Costa Rica, Guatemala, Honduras, Panama, Belize e vissuto nel cuore del Messico per un anno e mezzo. Il mio ingresso in Serbia è stato un po’ strano e suona come l’inizio di un film horror. Lavoravo come direttore commerciale web per una concessionaria di auto. Uno dei miei venditori è entrato nel mio ufficio e abbiamo cominciato a parlare del più e del meno. In quel momento ho aperto una pagina Facebook chiamata “I Hate the USA” in cui abbiamo letto orribili messaggi e ho letto commenti scritti da persone con nomi strani come Dragan e Aleksandar. Ho visto il nome Dragan e ho pensato: “Chi potrebbe mai chiamare il proprio figlio così?”. Per un paio di settimane ci siamo scambiati frecciate. Poi io e Aleksandar abbiamo deciso di scambiarci il contatto Skype: abbiamo parlato a lungo e mi ha raccontato molte cose sull’intervento americano in Kosovo, sui bombardamenti. Ho cominciato ad essere ossessionato da questo posto e dall’idea di poter incontrare personalmente la sua gente. Aleksandar mi ha invitato a casa sua nel maggio 2010, ho prenotato un volo e sono andato da solo per incontrare alcuni ragazzi conosciuti grazie alla frequentazione di quella pagina Facebook. Mia madre ha lavorato per il Dipartimento statunitense dell’Agricoltura per 35 anni. Le ho detto che stavo partendo per la Serbia per incontrare alcune persone conosciute su quel sito e lei ha detto “Oh mio dio, ma perché qualcuno dovrebbe farlo? Probabilmente ti uccideranno!”. La ragazza con cui avevo una relazione all’epoca mi disse invece: “Perché stai andando in Russia?” e il mio capo “è stato bello conoscerti”.

Non nutrivo alcun timore fino a quando il mio volo è atterrato a Parigi e ho dovuto prendere l’aereo da Parigi a Belgrado. Ero in fila con persone molto alte che parlavano questa strana lingua. Ho pensato che forse stavo commettendo un errore, ma era troppo tardi. Sono arrivato all’aeroporto Nikola Tesla, dove i miei imponenti amici mi hanno accolto con grandi abbracci e infilato nella loro piccola Yugo. Siamo tornati a casa loro a Zrenjanin, visitato amici ad Ecka, Elimir, Nis, Pirot, e in molti altri luoghi. Sono stato conquistato dall’ospitalità e dalla gentilezza della gente. Temevo che tutti mi avrebbero odiato e trattato come un cane in quanto americano, ma non è mai accaduto. Mi hanno invece aperto le loro case e i loro cuori, impressionandomi così tanto da indurmi a pensare che questo è il paese che fa per me.

Qual è stato il più grande shock culturale per te da quando sei arrivato in Serbia? Gli stereotipi e quanto conoscevi in precedenza della nazione serba hanno influenzato le tue convinzioni e aspettative? E le tue aspettative corrispondono alla realtà?

Charles 3La Serbia è molto diversa dagli Stati Uniti. E’ stato un po’ strano per me abbracciare e baciare la gente al primo incontro. Mi ricordo la prima volta che è capitato con la nonna del mio amico. Non si bacia una volta, ma tre. Ho fatto tesoro dello stile di vita più rilassato. Mi ricordo di quando sono entrato in un bar per chiedere un caffè grande da asporto e la proprietaria mi ha risposto “non abbiamo caffè grande e se vuoi bere ti devi sedere”. Il che riassume grosso modo la differenza. Negli Usa è comune acquistare una grande tazza di caffè per poi lasciare il locale, ma non qui, il caffè è anche usato come scusa per sedersi e parlare con qualcuno. La gente ti chiama continuamente per andare a bere il caffè. Ricordo di quando una volta uno dei miei amici a Zenjanin mi ha chiamato, il suo inglese non era dei migliori e mi ha chiesto “vuoi prendere un caffè?”. Io ho risposto “ho già del caffè nel mio appartamento”. E lui mi ha chiarito: “no, idiota, voglio parlare con te e bere caffè”. Ho pensato che fosse meraviglioso. Ricordavo la parola Serbia nei miei primi anni sempre associata ad un contesto negativo, poiché il mio paese ha supportato la Bosnia, la Croazia e il Kosovo nella loro ricerca di indipendenza.

Mi ricordo di Bill Clinton apparire in tv parlando di “atrocità orribili” che i serbi stavano commettendo contro il popolo albanese del Kosovo per giustificare il nostro intervento. Questa propaganda ha modellato la concezione che ho avuto inizialmente dei serbi in quanto brutali, feroci e nemici di tutto ciò che non era ortodosso serbo.

Le mie aspettative corrispondono alla realtà? In nessun modo! Mi sono sentivo totalmente tradito dopo aver incontrato tanti serbi durante il mio primo viaggio qui. Non mi hanno permesso di pagare un drink, o di soggiornare in un hotel e alcuni hanno quasi litigato pur di ospitarmi a casa loro. Mi hanno servito pasti abbondanti, preparati per un re, e fatto conoscere ai loro amici e alle loro famiglie. Per la prima volta nella mia vita mi sono sentito conquistato per come sono stato trattato. I media internazionali hanno fatto un terribile disservizio nei confronti dei cittadini della Serbia quando hanno diffuso tutte quelle orribili notizie sul loro conto. Non esiste popolo più gentile e ospitale sulla faccia della terra.

Si può dire che hai avuto modo di conoscere molto bene la Serbia. Hai viaggiato attraverso il paese abbondantemente, sia per motivi personali che professionali. Per gli stranieri che si sono recentemente trasferiti in Serbia e che hanno in programma di venire qui, potresti dirci le tre cose da fare e quelle da non fare?

Le prime tre sarebbero:

a) Un’esperienza in un villaggio serbo: la stragrande maggioranza degli stranieri che vengono in Serbia scelgono Belgrado, ma commettono un grosso errore. Oltre alla fiorente capitale in questo paese c’è molto di più. Non fraintendetemi, amo Belgrado e sarà sempre così, ma è necessario vedere il resto della nazione. I villaggi serbi sono una delle cose più affascinanti di questo paese. Si può vedere come queste persone vivono della loro terra, rimanendo coerenti al loro sano e vecchio stile di vita.

b) Partecipare ad uno slava: si tratta di una delle cose più unicamente serbe. La stragrande maggioranza della popolazione serba si identifica con la fede ortodossa orientale. I serbi ortodossi scelgono un giorno santo una volta raggiunta una certa età, e onorano il santo di quel giorno con celebrazioni religiose ma anche feste piene di amici, bevande e alcuni dei migliori prodotti alimentari del pianeta. In alcuni casi durante la celebrazione c’è anche musica dal vivo. Non sarete delusi e l’esperienza rimarrà per sempre impressa nella vostra memoria.

c) Lascia i tuoi preconcetti alla porta. Quasi tutti quelli che visitano la Serbia per la prima volta in Serbia hanno un bagaglio di aspettative negative sedimentate per colpa dei medie internazionali. È incredibile quello che i media possono fare per un paese e la sua gente. La mia casella di posta è sempre piena di messaggi da stranieri che sono interessati a saperne di più sulla Serbia. La domanda più ricorrente riguarda la sicurezza, perché la gente è convinta che i serbi siano persone violente e ostili pronte a prendersi gioco di te per denaro. Ma la gente conosce solo un lato della storia. Non abbiamo mai ascoltato il punto di vista serbo su quanto accaduto durante le guerre degli anni Novanta. Esci e incontra gli abitanti del luogo, tieni la bocca chiusa e ascolta quello che hanno da dire. Una volta che ve ne sarete andati capirete perchè amo queste persone così tanto.

Cose da non fare…

– Non mangiate troppi antipasti se invitati ad una cena. Ho vissuto qui per anni e devo ancora lottare con questo. Sarete sicuramente invitati a casa dei vostri amici per una cena. Se provenite dalla parte occidentale del pianeta, sarà difficile abituarvi alla struttura del pasto serbo. La maggior parte dei serbi che invitano un ospite straniero cucinerà di tutto, senza lesinare sulla quantità e la qualità del cibo. Si inizia con un tavolo di antipasti che comprende vari alimenti impanati al forno, vassoi di formaggi, carne, condimenti, ecc. A seguire una grande pentola di minestra. Ne avrete a disposizione un paio di scodelle e poi sarà la volta della portata principale, di solito costituita da carne di varia tipologia, cucinata e condita in vari modi, con patate, verdure, involtini di cavolo, e tante altre cose. Per concludere, i dolci. Può essere schiacciante. I cibi sono così buoni ad ogni portata che si lascia la casa con una pancia gonfia a prescindere.

– Non indossate maglie del Partizan o della Stella Rossa quando si è fuori a tarda notte. Il Partizan e la Stella Rossa sono i due più popolari club di calcio in Serbia, hanno un seguito enorme e un paio di volte ogni anno si scontrano in qualcosa chiamato derby. Può essere controproducente camminare da soli casualmente e imbattersi in un gruppo di teppisti ubriachi. La Serbia è un posto estremamente sicuro, ma i teppisti non mostreranno molta simpatia per uno straniero con la maglia di calcio della squadra sbagliata. Conservate la vostra bella maglietta da appassionati di calcio e indossatela fuori dalla Serbia.

– Non preoccupatevi se non parlate la lingua serba. Questo paese è pieno di persone brillanti ed istruite sempre pronte ad aiutarvi. Conoscere qualche parola nella loro lingua è un vantaggio enorme e verrà molto apprezzato dal popolo serbo. Ho vissuto in questo paese, che considero mio, per quasi 6 anni. Devo ancora padroneggiare frasi serbe anche di base, ma non ho mai avuto problemi. Quasi ogni serbo sotto i 35 anni parla inglese. Lo imparano nei primi anni di scuola, quindi non avrete problemi nel chiedere indicazioni, consigli o semplicemente per avere qualcuno con cui scambiare quattro chiacchiere al bar. I serbi amano gli stranieri e si fanno in quattro per aiutarvi a soggiornare nel loro paese. Non riesco a contare il numero di volte che ho chiesto un serbo incontrato casualmente come arrivare da qualche parte e mi sono sentito rispondere: “Vieni, ti accompagno lì”.

Quali sono le cose che vorresti la Serbia facesse e su cosa si dovrebbe lavorare maggiormente?

Il governo serbo dovrebbe stanziare molti più fondi per lo sviluppo del turismo. Non mi piace mai parlare degli aspetti negativi, ma una grande lamentela da parte degli stranieri riguarda la scarsa preparazione linguistica degli addetti ai trasporti o l’uso dell’alfabeto cirillico sui biglietti degli autobus. Mi rendo conto che si tratta della lingua serba ufficiale, ma non rende la vita facile ai turisti. Si dovrebbero fornire delle soluzioni per questo.

Ci sono anche molti sorprendenti siti storici in Serbia totalmente coperti da graffiti. E fa quasi male vedere questi luoghi storici che dovrebbero essere rispettati da tutti noi ridotti in questo stato. Si dovrebbero promulgare leggi più severe o assumere più guardie di sicurezza per proteggere l’inestimabile valore di questi monumenti. Infine, è necessario ispirare i giovani e convincerli che la Serbia può essere migliore e che si può avere una vita qui.

Uno dei maggiori problemi è la fuga delle giovani persone intelligenti da questa grande nazione. Hanno perso la speranza nel loro governo e nella possibilità di trovare un’occupazione ben retribuita. Gli studenti serbi sono alcuni tra i migliori al mondo. Parlano numerose lingue, posseggono una vasta conoscenza in molte materie, sono dotati di personalità e orgoglio. Hanno bisogno di essere ispirati a mettere queste abilità a servizio del loro paese.

Trovi difficile avere notizie del tuo paese, soprattutto ora, durante il periodo pre-elettorale? Sei felice di essere lontano dal vortice politico che ha travolto il tuo paese natale?

Non è difficile, è tutto coperto dalla maggior parte dei portali di notizie internazionali. Il resto del pianeta dovrebbe avere la possibilità di votare alle nostre elezioni perché la scelta della nostra leadership ha ripercussioni sulla situazione globale. Sono entusiasta di essere fuori degli Stati Uniti durante questa campagna elettorale surriscaldata e viziosa. Ho lanciato la mia scheda elettorale all’estero la scorsa settimana per Jill Stein del partito dei Verdi.

La società per cui lavori, Work & Travel Group, implementa un programma di scambio culturale ideato dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti durante il mandato di John Kennedy nel 1960, e fornisce un prezioso lavoro e opportunità di viaggio per gli studenti universitari della Serbia. Dicci di più.

Il programma di lavoro estivo e di viaggio è impeccabile. E’ una delle poche cose che il mio governo fa che sostengo al 100%. Questo programma permette agli studenti universitari provenienti da oltre 100 paesi di vivere e lavorare negli Stati Uniti durante la pausa estiva delle università. Gli studenti serbi sono autorizzati a lavorare per quattro mesi tra il 21 maggio e il 1 ottobre. È possibile ottenere ulteriori 30 giorni di tempo per esplorare gli Stati Uniti. Mettiamo a disposizione un posto di lavoro, preparazione ai colloqui, corsi di lingua inglese, certificazione di ospitalità, assistenza abitativa e organizzazione di voli per tutti gli studenti, cui viene offerta la possibilità di avere anche più di un lavoro, se lo desiderano e se ciò viene approvato dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Il programma include molteplici aspetti positivi per lo studente serbo. Io lavoro solo con questo programma perché sono consapevole di quanti benefici gli studenti possono averne. Molti si iscrivono al programma senza avere un buon livello di inglese, ma quanto tornano quattro mesi lo parlano a livelli professionali. E’ utile anche per accumulare esperienze di lavoro, il che può aiutare nella ricerca di un posto di lavoro al ritorno in Serbia. Abbiamo anche avuto un gran numero di studenti che sono tornati e hanno investito i loro soldi per aprire imprese. Aiuta anche la gente americana ad andare oltre gli stereotipi, a condividere la conoscenza culturale e a stabilire rapporti di amicizia. Abbiamo un nuovo programma entusiasmante per il 2017, grazie al quale stranieri provenienti da Stati Uniti, Inghilterra, Canada, Australia e altri paesi arriveranno in Serbia per programmi educativi e culturali. Siamo entusiasti per l’impatto positivo che questo avrà nel rimodellare l’immagine della Serbia.

Anche se hai conosciuto il meglio del meglio e il peggio del peggio in Serbia, ci deve essere una storia o un evento a cui hai assistito o partecipato che ti ha toccato profondamente …

Ce ne sono alcuni, ma in particolare un episodio mi ha insegnato quanto i serbi sono  autentici. Ho parlato in una scuola nella regione meridionale della Serbia. Uno studente mi si è avvicinato e mi ha invitato a pranzo a casa sua per il giorno successivo. Ho accettato la sua offerta e sono arrivato a casa sua per un pranzo sterminato che sarebbe stato adatto ad un re. Lo studente era l’unico a parlare inglese così ha trascorso il pasto traducendo tra la madre, la sorella, la nonna e me. Durante la conversazione, ho chiesto dove fosse suo padre. Mi ha risposto: “Mio padre è stato ucciso nel bombardamento della NATO nel 1999.” Mi è saltato il cuore in gola e mi sono sentito rimpicciolire. Ero molto a disagio e gli ho chiesto perché mi avesse invitato a casa sua quando il mio paese e la NATO sono stati responsabile per la morte del padre. E lo studente mi ha risposto: “Noi non incolpiamo voi. Sono stati i vostri governanti, non la gente, a farlo”.

Ciò ha reso il resto della mia visita molto scomodo. Mi sentivo orribile ad essere lì, ma mi hanno trattato come un re lo stesso. Una volta tornato negli Stati Uniti, siamo rimasti in contatto. Mi ha detto che tutta la sua famiglia viveva con 150 euro al mese e che avevano speso tutto il possibile per comprare la carne per la mia visita. Questo mi ha portato quasi alle lacrime. Ho parlato con la sorella per scoprire cosa potessi fare per loro e lei mi ha risposto che non hanno bisogno di nulla, ma che il mio amico veniva sempre preso di mira perché non aveva mai avuto un paio di scarpe Nike.

I serbi sono sempre molto alla moda anche se percepiscono stipendi non adeguati, e lui veniva preso in giro dai ragazzi della scuola perché non indossava le Nike. Ho chiesto il loro indirizzo e ho inviato a lui paio di Nike Air Jordan e alla famiglie alcune altre cose.  Un paio di settimane dopo la sorella mi ha inviato un messaggio per dirmi che avevano ricevuto le scarpe e che il regalo era stato così tanto gradito che lo studente non se le toglieva neanche per andare a dormire. Questo è qualcosa porterò con me fino alla fine dei miei giorni, ed uno dei motivi per cui tengo in così alta considerazione i serbi. Il mondo intero ha detto cose terribili su di loro, ma non hanno mai avuto la possibilità di incontrarli e conoscerli davvero: è gente che farebbe di tutto per far sentire un ospite a suo agio, anche se dovesse significare patire la fame.

Ultimo ma non meno importante, qual è il miglior consiglio che ti è stato dato per vivere qui?

Mi sono stati dati alcuni piccoli consigli che ho seguito. I serbi mi dicono che sono pazzo a voler vivere qui. Tutti mi dicono che avrebbero fatto non si sa cosa per vivere nel mio paese e sono confusi dal mio amore per la loro nazione. Ho un sacco di gente che mi contatta per trasferirsi qui e io di solito dico loro che è un ottimo posto per vivere e andare in pensione se si dispone di $ 1.000 o più al mese per vivere. Il mercato del lavoro è gravemente carente, gli stipendi sono bassi, ma la vita è buona. Le famiglie e gli amici hanno la priorità in Serbia. Vivere qui mi ha trasformato in una persona più amorevole e generosa. La Serbia ha e continuerà ad essere una parte molto importante della mia vita. Amo la Serbia e i serbi che vivono qui. Siete veramente un grande popolo che potrebbe insegnare molto alla mia gente. Vorrei per la Serbia e per la sua gente un futuro brillante e di successo.

 

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