In buona misura quest’anno la relazione della Commissione europea sui progressi della Serbia verso l’adesione all’UE dovrebbe risultare positiva: si attendono giudizi incoraggianti sulla gestione dell’economia del Paese, la riforma dell’amministrazione statale e per il ruolo costruttivo svolto dalla Serbia nella cooperazione regionale.
La relazione annuale della Commissione europea sui progressi compiuti dai paesi candidati all’adesione verrà pubblicata mercoledì 9 novembre, a Bruxelles. La Commissione europea ha inoltre compilato singoli rapporti a commento della situazione politica ed economica per ciascun paese in fase di adesione, assegnando punteggi per la realizzazione di riforme e suggerendo raccomandazioni per intraprendere ulteriori iniziative.
Le fonti dell’agenzia stampa Tanjug, vicine alla Commissione europea, sostengono che la relazione di quest’anno sarà prevalentemente positiva, come già accaduto lo scorso anno. La Commissione si aspetta che la Serbia continui a compiere progressi nell’applicazione dei criteri politici ed economici e propone nuovi passi in avanti. Per quanto riguarda i criteri politici, la Serbia dovrebbe confermare il proprio impegno nel dialogo con Pristina, pur essendo la ricerca di soluzioni per i problemi irrisolti da entrambe le parti altamente pragmatica.
La Commissione europea ribadirà la propria posizione secondo cui la normalizzazione dei rapporti tra Belgrado e Pristina dovrebbe proseguire simultaneamente con il processo di adesione della Serbia.
Per quanto riguarda la cooperazione della Serbia con il Tribunale dell’Aja, ci si aspetta un commento da parte della Commissione sull’ultimo rapporto dal capo procuratore Serge Brammertz in la Serbia viene criticata per aver rifiutato l’estradizione di tre membri del Partito radicale serbo e per non essersi dotata di un Procuratore addetto ai crimini di guerra.
Si presume che la Commissione si concentrerà in particolare sulla necessità di una riforma più efficiente del sistema giudiziario serbo, riducendo l’influenza che la politica e i politici esercitano sui giudici e i pubblici ministeri e sul potenziamento della lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata.
Allo stesso tempo, sarà probabilmente confermata la posizione sulla libertà dei media in Serbia, mentre un capitolo speciale sarà dedicato alla tutela dei diritti umani e delle minoranze, o meglio dei diritti dei gruppi più vulnerabili e discriminati.
La Commissione europea probabilmente loderà la Serbia per l’adesione ai criteri economici, quindi per l’attuazione efficace delle riforme economiche, per la buona politica macroeconomica, la riduzione del deficit di bilancio e per aver garantito la stabilità fiscale del paese. Sarà espresso anche sostegno alle riforme nel settore delle piccole e medie imprese in Serbia e la Commissione probabilmente inviterà le autorità a lavorare ulteriormente per il miglioramento degli indicatori economici.
Uno di questi indicatori è certamente rappresentato dalla disoccupazione: la Commissione europea continua a sostenere che il tasso di disoccupazione risulta eccessivamente alto, soprattutto tra i giovani.
(Blic, 07.11.2016)
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