Nell’ultimo anno la Serbia ha esportato un quinto in meno in Russia, mentre si aspettava il contrario, ovvero l’aumento delle esportazioni grazie all’embargo commerciale tra la Russia e l’Ue entrato in vigore l’estate scorsa. Un aumento delle esportazioni in Russia viene registrato solo nell’industria alimentare e agricola, però anche essa è minore di quanto ci si aspettava.
Gli esperti ritengono che la Serbia comunque ne abbia approfittato nei limiti delle sue possibilità e che per una presenza più significativa nelll’esigente mercato russo dovrebbe superare molti ostacoli.
Il calo delle esportazioni del 19% registrato secondo i dati del Ministero del commercio e telecomunicazioni nel periodo dal 1 luglio 2014 alla fine di giugno del 2015, rispetto allo stesso periodo di un anno prima non significa che è sia calata l’esportazione in tutti settori. “L’esportazione dei prodotti agricoli è aumentata, mentre nell’industria manifatturiera si è registrato il calo”, ha spiegato l’assistente del ministro di commercio, Maja Mandrapa Gasic.
La Mandrapa Gasic indica che nel periodo dal 1 luglio 2014 al 30 giugno 2015 si sono esportate merci sul mercato russo per un valore di 866 milioni di dollari, mentre nello stesso periodo precedente le sanzioni europee, il controvalore complessivo fu pari a 1.069 miliardi di dollari.
Dall’inizio della “guerra commerciale” tra la Russia e l’Ue, l’agricultura serba è riuscita ad aumentare del 40% l’esportazione in Russia. “Anche se alla prima vista questi risultati sembrano buoni, essi sono al di sotto delle aspettative dei nostri produttori ed esportatori”, viene indicato da Mandrapa Gasic.
L’assistente del ministro del commercio, aggiunge che la tendenza alla crescita dell’esportazione agricola continua anche quest’anno, nonchè è aumentata del 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. “Ci sono esigenze, in particolare di certi prodotti agricoli, alcuni tipi di frutta, carne di maiale, fagioli, alimenti per il bestiame”, ha detto la Mandrapa Gasic.
L’analista agricolo Milan Prostran ritiene che la Serbia ha approfittato di tutte le possibilità disponibili per quanto riguarda l’esportazione in Russia. Secondo lui, negli ultimi tre, quattro anni la Serbia ha fatto un gran passo avanti nell’esportazione alimentare in Russia ed ha aumentato il valore di esportazione da 80 a 300 milioni di dollari. Inoltre, come ha spiegato Prostran, la Serbia è limitata da quantità e qualità richieste, nonchè dalla sua organizzazione del lavoro. ” Il mercato russo è sempre più esigente e più controllato, dalla qualità dei prodotti alle eventuali contraffazioni e truffe”, ha indicato Prostran, aggiungendo che la Serbia dovrebbe superare molti ostacoli per quanto riguarda questo mercato.
Dall’altra parte, i prodotti industriali hanno registrato un calo delle esportazioni. L’esempio più ovvio è il calo di 40% delle esportazione delle calze nei primi sei mesi del 2015. Oltre all’esportazione delle calze, si è registrato un calo nell’esportazione di pavimentazioni (-53%), dei prodotti farmaceutici (-40%), delle piastrelle di ceramica (- 87%), guarnizioni per rivestimenti (- 44%).
“Le ragioni principali per il calo di esportazione sono i fattori sui quali la Serbia non ha influenza, ovvero il calo di valore del rublo, l’aumento di valore del dollaro, il calo dei prezzi del petrolio sul mercato internazionale, che hanno comportato una ridotta domanda nel mercato russo”, ha spiegato l’assistente del ministro di commercio.
Il consigliere del presidente della Camera di commercio, Veljko Jovanovic ha detto che le sanzioni hanno avuto un’effetto negativo che si riflette nel tasso di cambio instabile del rublo. “Proprio a causa dei tassi di cambio non stabili, abbiamo avuto un calo nell’esportazione, però alcuni prodotti, come quelli agricoli, hanno registrato l’aumento di esportazione”, ha indicato Jovanovic.
Jovanovic ha indicato che quest’aumento potrebbe essere maggiore, però che per il mercato russo si dovrebbero fornire maggiori quantità della merce e creare una stabilità nella fornitura dei prodotti agricoli, nonchè conoscere bene le procedure doganali per evitare problemi.
(Tanjug, 09.08.2015.)