Il presidente della Camera di commercio serba (PKS), Marko Čadež, ritiene che il vantaggio di avere un mercato unico regionale, che dovrebbe essere d’aiuto ai cittadini e agli uomini d’affari della regione, dipende anche dalla disponibilità di Bruxelles a facilitare la cooperazione tra la regione balcanica e l’UE.
“Deve esserci una disponibilità dell’UE a facilitare la cooperazione tra la regione e l’Unione”, ha affermato Cadez e ha ricordato che prima dell’accordo i camion aspettavano alle frontiere all’interno della regione tutto il giorno mentre ora non ci sono ritardi, e invece per entrare nella UE la fila dura ancora anche 10 ore.
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Cadez, era ospite su “RTS” insieme al capo della delegazione Ue in Serbia, Sem Fabrizi, il quale ha affermato che gli accordi firmati all’interno della “Piccola Schengen” rappresentano un grande impegno politico in materia di riforme, e che l’Ue darà il massimo sostegno per l’assistenza alla loro attuazione, che deve essere completata in tre o quattro anni.
Secondo Cadez, i progressi sperati non si verificheranno se non ci sarà la disponibilità a lavorare per avvicinare questo mercato all’UE.
Alla domanda su quando i confini dei sei Paesi potranno essere attraversati senza scartoffie e l’attesa alle frontiere scomparirà, e su quando le persone potranno lavorare liberamente in uno dei Paesi, Cadez ha affermato che è in corso un processo per creare un mercato interno ed esiste un piano d’azione.
“Non possiamo decidere molto su questo, se l’UE non è pronta a lasciare che la regione diventi un mercato unico prima di diventare membro dell’Europa”, ha detto l’esperto, ricordando che oggi la Serbia ha volumi di merci tre volte superiori rispetto a pochi anni fa e che 18.000 aziende dell’UE operano nella regione e hanno interesse ad accelerare il flusso delle merci.
Ha aggiunto che è importante vedere all’interno della regione la disponibilità dei leader a creare un mercato comune e che il traffico all’interno di quell’area proceda senza intoppi.
Lo stesso Cadez si aspetta che tutti i certificati nella regione siano armonizzati molto presto, e una parte di ciò è già stata fatta.
“Lasciateci lavorare e abolite i confini tra la regione e l’UE”, ha detto Cadez, aggiungendo che sarebbe necessaria la liberalizzazione dei visti in Kosovo e Metohija, perché l’economia non può svilupparsi se le persone hanno bisogno dei visti.
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