La Commissione europea, nel suo ultimo rapporto, prevede che a causa delle conseguenze dalla pandemia il PIL serbo diminuirà quest’anno del 4,1%, quello dei Paesi della regione calerà fino a un meno 9,1%, mentre il disavanzo della zona euro sarà del 7,7%.
Nella regione, il calo maggiore del 9,1% sarà registrato dalla Croazia, seguita dalla Slovenia (7,0%), poi Montenegro (5,9%), Albania (4,8%) e Macedonia del Nord (3,9%).
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L’eurozona registrerà un calo record del PIL del 7,7%, mentre sarà del 7,4% in tutta l’UE. Il prossimo anno, la crescita dell’economia nell’eurozona dovrebbe essere del 6,3% e nell’UE del 6,1%.
L’impatto dell’epidemia sui vari segmenti in Serbia porterà i consumi privati, secondo la CE, a un meno 4,2% nel 2020, per poi saltare a un più 6,8% l’anno prossimo, mentre la spesa pubblica aumentare del 3,2% nell’anno in corso, per rallentare al 2,8% nel 2021.
Il documento, pubblicato sul sito ufficiale della Commissione, prevede un calo nelle esportazioni serbe di beni e servizi dell’8,5% quest’anno, seguito da un aumento del 13,8% l’anno prossimo.
Secondo le previsioni della Commissione, anche le importazioni quest’anno diminuiranno del 9,4% mentre registreranno un balzo in avanti massiccio del 16,7% l’anno prossimo.
L’organo esecutivo dell’Unione Europea stima che il tasso di disoccupazione in Serbia raggiungerà quest’anno il 12,7% e scenderà al 10% nel 2021, mentre quando si parla di inflazione si stima che rallenterà allo 0,9% nell’anno in corso per poi tornare verso la fine dell’anno all’1,9%.
Il documento annuncia anche una crescita del debito pubblico al 62,2% del PIL nel 2020, e una riduzione al 59,5% l’anno prossimo, mentre il deficit di bilancio aumenterà temporaneamente fino al 7,7%, a causa dell’enorme sostegno fiscale all’economia e ai cittadini colpiti dalla pandemia; lo stesso dovrebbe infine scendere al 2,2%.
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