Davanti al Ministro del Lavoro serbo, Zoran Djordjevic, si trova la sfida di fermare il deflusso di lavoratori dal paese che, negli ultimi dieci anni, ha registrato una perdita di oltre il 5% della popolazione, dice l’Agenzia di stampa newyorkese “Bloomberg”.
Il ministro Djordjevic affronta le stesse difficoltà di tutti i paesi dei Balcani: salari relativamente bassi, alto tasso di disoccupazione e posti di lavoro meglio retribuiti offerti dai paesi dell’Unione europea.
Il ministro serbo del Lavoro, aggiunge l’Agenzia di New York, ha assunto un team di economisti e statistici, guidati da un esperto in materia di migrazione, per cercare di risolvere uno dei maggiori problemi economici e demografici in Europa.
Al fine di fermare il deflusso di manodopera, la Serbia prevede di sfruttare la crescita economica stabile, la solidità delle finanze pubbliche, l’afflusso di investimenti esteri e il piano del presidente Aleksandar Vucic di introdurre il paese nell’Unione europea nel prossimo decennio – Bloomberg cita il ministro Djordjevic.
La Serbia sul suo cammino, però, non è sola. Anche i suoi vicini, l’Albania, la Bosnia, la Macedonia del Nord e il Montenegro stanno cercando di aderire all’UE. La Croazia e la Bulgaria, invece, sono già membri dell’Unione, e questo status ha di fatto portato ad una migrazione più intensa dei loro cittadini, afferma il testo.
La maggior parte dei cittadini serbi emigra in Germania
Il principale economista della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, Sergei Guriev, ha dichiarato la scorsa settimana durante la sua visita a Belgrado che la Serbia è ancora “in fondo alla tabella” per il tenore di vita rispetto alla media UE, e che l’emigrazione in Serbia si ridurrà solo quando lo standard di vita raggiungerà i livelli della Georgia, Turchia o dell’Ungheria”, ha aggiunto l’agenzia newyorkese.
Inoltre, secondo la relazione dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, circa il 60% dei 415.000 serbi che sono emigrati tra il 2007 e il 2016, sono andati in Germania.
Il testo dice che la disoccupazione in Serbia, alla fine dello scorso anno era superiore all’11% e che la crescita economica annuale era del 3,5% nel quarto trimestre, il che rappresenta un miglioramento rispetto al 2017. Inoltre, nel documento si legge che gli investimenti diretti esteri sono stati pari a 1,4 miliardi di euro, uno dei migliori livelli raggiunti negli ultimi sette anni.
Il piano di Djordjevic è quello di riqualificare i lavoratori e attirare più fabbriche, strategia che ha aiutato anche i paesi come l’Ungheria, la Slovacchia, la Repubblica Ceca e la Polonia a raggiungere uno standard di vita migliore.
Allo stesso tempo, il ministro dice che il paese dovrebbe cercare di offrire posti di lavoro con produzione a valore aggiunto per evitare un modello basato solo sulla manodopera a basso costo.
“La nostra idea è di creare una Serbia diversa. Disponiamo di un numero sempre più alto di posti di lavoro altamente qualificati che possono essere eseguiti da remoto, esistono moderni mezzi di comunicazione e di trasporto e la Serbia non è un paese a cui mancano queste cose”, ha concluso Djordjevic.
https://www.021.rs/story/Info/Srbija/208988/Blumberg-Odliv-radne-snage-izazov-za-Srbiju-i-sve-zemlje-Balkana.html?fbclid=IwAR1nx39vP0XPCnQL8ZSIzuEs14Y8qzy8u8uu31cvf6L6GGqCyRDafpvSSnw
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