L’artista Robertson Käppeli è recentemente diventato un “serbo d’adozione” sposando Milica Bregovic, nipote del famoso musicista Goran Bregovic. Dopo il matrimonio, Robertson ha deciso di trasferirsi a Belgrado, dove ha recentemente inaugurato la mostra ‘Vernissage’ presso la Jevrem Grujic Home.
Anche se il fratello è un banchiere e la sorella un diplomatico, Robertson ha deciso di diventare un artista, e proseguire per la terza generazione la lunga tradizione artistica di successo di famiglia. Prima dell’intervista ha specificato:”possiamo provare a parlare in serbo. Non lo conosco molto bene, ma se si parla lentamente, non ho problemi”. Negli ultimi sei mesi Capelli si è dedicato allo studio del serbo, da autodidatta e con l’aiuto dei suoi amici mentre con la moglie tende ad usare prevalentemente l’inglese. Anche se ha viaggiato molto tra la Serbia e la Svizzera negli ultimi mesi, Robertson dichiara di sentirsi belgradese. Ha ricevuto in dono il libro di Momo Kapor “Guida attraverso la mentalità serba” di cui si dice entusiasta. Anche se era a conoscenza delle storie di molti giovani che lasciano la Serbia per trasferirsi all’estero in cerca per il futuro migliore, il pittore ha deciso che avrebbe seguito il suo cuore.
“Non ho rifletto molto su dove saremmo vissuti. Belgrado mi piace molto. Mi piace la sua energia e la gente. Tutto è in qualche modo diverso dalla Svizzera. Ho incontrato molti artisti qui, posso lavorare liberamente, e nulla mi impedirà di esporre anche all’estero. Ho notato che gli artisti qui sono meglio organizzati e che collaborano tra loro, cosa insolita in Svizzera. Mi piace soprattutto il quartiere artistico Ciglana dove ha luogo il Dev9t Festival”, racconta Robertson.
Lazar Secerovic della Jevrem Grujic House, la prima sede espositiva ad ospitare le sue opere, non ha che parole di elogio per Robertson: “Robertson è un uomo meraviglioso che vuole vivere e creare in Serbia. Anche se è un giovane artista, ha già molti estimatori in Svizzera che comprano il suo lavoro e ora sta continuando la sua carriera qui. Gli ho spiegato che il tenore di vita qui è molto inferiore rispetto alla Svizzera, e che, ad esempio, lo stipendio medio di un impiegato in un supermercato è solo 20.000 dinari, ma lui è così innamorato che neanche mi ascolta”.
L’amore per Belgrado e Milica è nato in modo puramente casuale. Robertson è venuto a Belgrado con un suo amico artista, nativo della Serbia ma residente in Svizzera. Il suo soggiorno sarebbe dovuto durare il tempo necessario per incontrarsi con alcuni pittori serbi, ma il destino gli ha fatto incontrare Milica in un club. Si sono innamorati abbastanza rapidamente dopo il loro primo incontro e sposati in estate, nella città di Perast, dove Predrag e Goran Bregovic hanno una casa. Il famoso musicista non ha potuto partecipare al matrimonio, ma ha fatto organizzare una festa per gli sposi il giorno dopo.
Oltre a questo matrimonio ‘ufficiale’, la giovane coppia ha celebrato un matrimonio ‘artistico’ a Belgrado, a cui era presente anche lo scultore Viktor Kis che ha conquistato Robertson con la sua spontaneità e simpatia. I due oggi collaborano e lavorano insieme e la recente mostra è solo uno dei risultati di questa cooperazione.
In una stanza i visitatori possono apprezzare una scultura di donna, in bronzo, sdraiata con la patina nei capelli, fissata a cinghie in acciaio inox: si tratta di un’opera di Kis, mentre un’altra installazione si compone di venti libri di cemento circondate da cinghie di metallo rotti.
“Entrambe le installazioni condividono la stessa storia. La ragazza dai capelli rossi è il personaggio centrale qui e Milica è stata la mia ispirazione per il pezzo che ho chiamato “Delirium”. La ragazza è sul punto di svegliarsi, e, tra la veglia e lo stato di sogno, fondamentalmente la storia va in due direzioni – passato e futuro”, spiega il Capelli mostrando con orgoglio la sua scultura. Per quanto riguarda la seconda, invece, “i libri rappresentano una libreria infinita. La cera di candela posta su di loro simboleggia il fatto che le cose scompaiono, passano, bruciano, o cadono nell’oblio proprio come i libri un giorno potrebbe scomparire con l’avanzare della tecnologia. D’altra parte, alcune cose rimarranno eterne, nonostante tutto”.
Il giovane artista spiega che non ha mai lavorato con questo tipi di materiali, perché abituato ad usare il marmo e a dipingere di grande formato ad acquerello in passato. I genitori di Robertson e due galleristi sono venuti dalla Svizzera a Belgrado appositamente per la mostra.
(Blic, 01.12.2016)
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