La recente chiusura della frontiera con la Croazia ancora una volta ha dimostrato che l’Unione europea è un partner importante nello scambio commerciale della Serbia. Sono passati due anni dall’entrata in vigore dell’Accordo di Stabilizzazione e Associazione, e nei primi sei mesi di questo anno l’esportazione sui mercati dell’Unione europea è aumentata del 10%.
“L’esportazione esente dal pagamento dei dazi doganali consente ai nostri imprenditori di essere più competitivi rispetto agli altri imprenditori dei paesi che non hanno concluso l’accordo di libero scambio con l’Unione europea. La sovvenzione diretta dell’esportazione è proibita in base alla normativa internazionale come in base all’Accordo di Stabilizzazione e Associazione. I prodotti che si esportano di più sono automobili, macchinari elettrici, attrezzature, gomme, mentre i prodotti agricoli si esportano di meno”, ha detto l’assistente del ministro del commercio, del turismo e delle telecomunicazioni, Bojana Todorovic.
Mentre per alcuni imprenditori il mercato aperto è un’opportunità per allargare il loro ambito d’affari, i piccoli produttori agricoli si sentono minacciati. Nonostante i prodotti di qualità, è sempre più dificile competere con la concorrenza europea che può offrire prezzi migliori.
Il sostegno statale e le sovvenzioni per gli agricoltori sono limitati dai vincoli di bilancio, viene menzionato dal ministero del commercio. Inoltre, lo Stato li protegge dall’importazione non controllata che li potrebbe danneggiare. Quest’anno loSstato ha reagito varie volte all’importazione eccessiva del latte e prodotti di latte, aumentando i dazi doganali.
“Da quando è entrato in vigore l’accordo di stabilizzazione, anche quest’anno ci aspettiamo risultati positivi. Cioè, aspettiamo che la Commissione europea valuti che l’accordo viene implementato regolarmente e che non ci sono questioni aperte”, ha detto la facente funzione del direttore dell’Ufficio per l’integrazione europea, Ksenija Milenkovic, aggiungendo che l’implementazione di questo accordo è un modo di dimostrare la prontezza serba nell’ adempiere i requisiti neccessari per l’adesione all’Ue.
(RTS, 05.10.2015.)