Arrestato l’ex direttore della Kolubara

La polizia ha arrestato Nebojsa Ceran, ex direttore del bacino minerario Kolubara, e Radoslav Savatijević Kene.

Arrestati anche l’ex direttore finanza Ljubisa Mekic, l’ex diretttore dell’ufficio per le espropriazioni Sasa Radanovic, il perito Zeliko Vukovic, il dipendente dell’ufficio legale dell’azienda Zoran Zivkovic. Le contestazioni riguarderebbero abusi nell’acquisizione di terreni.

Ceran dal settembre 2012 ricopre la funzione di direttore dell’azienda dei trasporti pubblici di Belgrado, prima dell’attuale mansione era direttore della Kolubara con incarico atttribuitogli dal governo di Mirko Cvetkovic. Come ha scoperto la trasmissione Insajder nella serie “La truffa del secolo”, Ceran aveva ridotto con successo i costi di affitto dai privati dei macchinari di movimento terra utilizzati nel bacino minerario ma si è scoperto che comunque durante il mandato di Ceran l’azienda aveva continuato ad affittare macchinari da persone legate a Radoslav Savatijević Kene e Dragan Markovic Palma.

Il minsitro dell’energia Zorana Mihajlovic a inizio anno aveva dichiarato che Kolubara continuava a pagare stipendi a persone inesistenti, quantificati in un numero compreso tra le 1000 e le 1500 unità. “Kolubara è un’azienda dove allignano criminalità e corruzione”, ha dichiarato il ministro, evidenziando che i macchinari vengono affittati a prezzi tre, quattro o anche sei volte quelli normali. Il ministro ha anche aggiunto che le perdite di Kolubara ammontano a 11 miliardi di dinari e che solo nel 2012, fino alla nomina del nuovo governo, si erano aggiunte perdite per altri 3,6 miliardi. Di fronte a queste accuse Ceran, allora direttore di Kolubara, pubblicò un comunicato stampa in cui dichiarava di aver fatto risparmiare all’azienda 100 milioni di euro proprio sugli affitti dei macchinari di movimento terra.

Radoslav Savatijević Kene, già componente del consiglio di amministrazione di ElektroPrivreda Srbije, era stato già arrestato quest’anno per due inchieste, una inerente Kolubara e l’altra l’azienda pubblica “Strade di Serbia”, ed era stato rilasciato dietro pagamento di una cauzione.

(B92, 09.09.2013)

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