L’Agenzia anticorruzione della Serbia ha chiesto un controllo sulle transazioni effettuate dal Partito Progressista del Presidente Aleksandar Vucic durante la sua candidatura presidenziale, sospettando donazioni illegali.
L’Agenzia anticorruzione della Serbia ha chiesto un’indagine sulle donazioni versate in occasione della campagna presidenziale di successo di Aleksandar Vucic nel mese di aprile 2017, a seguito di indiscrezioni che ne avrebbero individuato l’origine in attività illegali, tra cui riciclaggio di denaro.
In una richiesta al Ministero delle Finanze, che BIRN ha visionato nei primi giorni del mese di dicembre, l’agenzia ha dichiarato di aver analizzato le relazioni sulle spese per la campagna del Partito progressista serbo, accertando che un certo numero di persone ha donato somme di denaro identiche. Il rapporto, datato 16 ottobre, e presentato all’Amministrazione per la Prevenzione del riciclaggio di denaro, è stato firmato dall’allora Direttrice dell’Agenzia, Majda Kriskapa, la quale ha presentato dimessioni meno di un mese più tardi, per motivi sconosciuti.
Un’indagine di BIRN aveva rivelato in ottobre che quasi 7.000 persone hanno donato 40.000 dinari [circa 320 euro] ciascuno ai progressisti e al loro candidato, Vucic, il quale ha poi vinto le elezioni del 2 aprile al primo turno. Vucic ha dichiarato più tardi che “presume” che quei donatori hanno donato somme identiche “perché è stato permesso che gli individui donare tale importo – e niente di più. Non so se è così, ma suppongo… se dico ‘Voglio donare 800 euro, ma non posso dare 800 euro, perchè non è permesso, allora chiederei ad un’altra persona di farlo per me”.
Anche se molti esperti legali sostengono che la legge sul finanziamento alle attività politiche potrebbe essere stato violata, la richiesta dell’Agenzia Anticorruzione potrebbe rimanere senza risposta. Questo perché l’Amministrazione per la Prevenzione del riciclaggio di denaro dichiara che i beni “riciclati” devono provenire da un crimine precedentemente commesso. “Dal momento che la relazione dell’agenzia non ha descritto le attività illegali in questione, e l’Amministrazione non può trarre la propria conclusione, l’Amministrazione non ha agito in merito alla richiesta”, ha dichiarato l’Amministrazione in una risposta scritta a BIRN.
Nel mese di agosto l’Agenzia aveva anche inoltrato richiesta affinché il Ministero del Lavoro verificasse se anche alcuni donatori stessero ricevendo assistenza. Durante le elezioni del 2012 e 2014, i media avevano riferito che i partiti politici avevano ricevuto donazioni da parte di persone sotto assistenza, sollevando il sospetto di aver agito come prestanome per i veri donatori.
Il Ministero ha reso noto a BIRN di aver fornito le informazioni all’Agenzia, ma non ha speficiato se sono stati identificati nuovi casi di possibili abusi.
L’Agenzia anticorruzione, inoltre, non ha comunicato se il Ministero ha stabilito o meno che alcuni dei donatori siano anche destinatari di assistenza sociale.
(Filip Rudic, Balkan Insight, 27.12.2017)
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