Allargamento dell’UE: Hahn presenta i rapporti 2016

La Delegazione dell’Unione Europea ha invitato mercoledì 9 novembre i rappresentanti dei media serbi alla trasmissione in diretta della conferenza stampa con cui il Commissario Johannes Hahn ha presentato le relazioni annuali sull’allargamento della Commissione europea. 

Gli ultimi rapporti elaborati dalla Commissione europea suggeriscono che la maggior parte dei paesi dell’area dei Balcani, la Turchia e la Macedonia, stanno compiendo dei passi in avanti sulla strada delle riforme – ma permangono zone d’ombra in relazione a grandi temi quali la corruzione, lo stato di diritto, la libertà dei media e i diritti delle minoranze delle minoranze rimangono.

Johannes Hahn, membro della Commissione europea e responsabile della politica europea di vicinato e dei negoziati di allargamento, ha presentato mercoledì 9 novembre il Pacchetto Allargamento 2016, affermando che “la prospettiva di adesione all’UE continua a guidare la trasformazione e a garantire una base per la stabilità” nei Balcani. Hahn ha aggiunto: “oggi chiediamo ai governi dei paesi coinvolti nel processo di allargamento di abbracciare le riforme necessarie in modo più attivo e  di renderle parte integrante della loro agenda politica. E questo non perché sia l’Unione europea a richiederlo, ma perché rappresenta la scelta migliore nell’interesse dei cittadini, e dell’Europa nel suo complesso”.

I rapporti disegnano un quadro in cui tutti i paesi candidati stanno progredendo sulla strada riforme richieste, seppur ad un ritmo differente. La Commissione ha inoltre osservato che mentre la maggior parte dei paesi hanno migliorato i loro quadri normativi, permangono “problemi di efficienza e di insufficiente indipendenza e responsabilità del sistema giudiziario”. Il quadro delle norme che tutelano i diritti fondamentali appaiono in regola: il problema è piuttosto costituito dalla loro implementazione e trasformazione nella pratica, in particolare in Turchia:  “la libertà di espressione e dei media suscita ancora particolare preoccupazione nella maggior parte dei paesi dell’allargamento, sia pure in misura diversa. La mancanza di progressi in questo settore, già osservata nel corso degli ultimi due anni, persiste e, in alcuni casi, si è intensificata”. I paesi balcanici vengono anche invitati a risolvere più efficacemente il problema della discriminazione e dell’ostilità nei confronti di gruppi vulnerabili per motivi di orientamento sessuale o identità di genere tra gli altri. “Il buon funzionamento delle istituzioni democratiche resta una sfida chiave in un certo numero di paesi. Il ruolo centrale dei parlamenti nazionali per la democrazia ha bisogno di essere integrato nella cultura politica”, scrive la Commissione.

Più ottimisticamente, l’UE ha sottolineato che la situazione economica “è gradualmente migliorata in tutta la regione, con una crescita più forte, maggiori investimenti e la creazione di un maggior numero di posti di lavoro nel settore privato. Tuttavia, tutti i paesi dell’allargamento devono affrontare le principali sfide strutturali sul piano economico e sociale, risolvere il problema della scarsa efficienza delle amministrazioni pubbliche e degli alti tassi di disoccupazione. Il tasso di disoccupazione giovanile in particolare rimane molto elevato. Il clima degli investimenti viene anche influenzato negativamente dalla persistente debolezza dello Stato di diritto”.

“La Serbia ha compiuto importanti passi in avanti, il che ha consentito l’apertura dei primi quattro capitoli dei negoziati di adesione all’UE, inclusi quelli relativi allo stato di diritto e alla normalizzazione delle sue relazioni con il Kosovo. Il ritmo generale dei negoziati dipenderà, in particolare, dai progressi compiuti in questi due ambiti,” ha dichiarato il Commissario per l’allargamento.

Il rapporto sulla Serbia sostiene che il paese ha bisogno di migliorare ulteriormente “l’inclusività, la trasparenza e la qualità del processo legislativo e l’efficacia della supervisione del potere esecutivo”, così come “la cooperazione tra l’esecutivo e le istituzioni di regolamentazione indipendenti”. Pur constatando i progressi nella riforma della pubblica amministrazione, la Commissione sottolinea che la Serbia ha ancora bisogno di “professionalizzare e depoliticizzare l’amministrazione e rendere le procedure di assunzione e licenziamento più trasparenti, soprattutto per le posizioni di alta dirigenza.” Il rapporto afferma che Belgrado deve affrontare e risolvere il problema dell’influenza politica sulla magistratura e fornire risultati significativi nella lotta alla corruzione che “regna ancora in molti settori.”

La commissione suggerisce la necessità di migliorare la protezione dei diritti delle minoranze e di tutte le persone appartenenti ai gruppi maggiormente discriminati. Per quanto riguarda i media, il rapporto sostiene che la Serbia non ha compiuto alcun progresso nel miglioramento delle condizioni adatte al pieno esercizio della libertà di espressione. Inoltre “per quanto riguarda la normalizzazione delle relazioni con il Kosovo, la Serbia è rimasta impegnata nell’attuazione degli accordi raggiunti nel dialogo facilitato dall’UE. Occorre un impegno costante per attuare gli accordi già raggiunti con il Kosovo. Le misure adottate dovrebbero avere un impatto positivo e concreto sulla vita quotidiana dei cittadini in Serbia e Kosovo”, scrive la Commissione ha scritto, lodando in generale quello che viene definito “approccio costruttivo” da parte di Belgrado nei confronti dei paesi della regione. Si legge infatti nel rapporto “la Serbia ha costruttivamente partecipato a iniziative regionali e ha lavorato per migliorare le relazioni bilaterali in uno spirito di riconciliazione, relazioni di buon vicinato e per costruire un ambiente che permetta la risoluzione delle questioni bilaterali e dell’eredità del passato”.

L’UE ha aperto i colloqui di adesione con la Serbia nel 2014.

(BalkanInsight, 09.11.2016)

http://www.balkaninsight.com/en/article/balkan-states-reforming-at-different-paces-brussels-says-11-09-2016

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