Aleppo: Serbia e Cina pronte a sostenere la Russia in operazione umanitaria

I Ministeri della Difesa di Serbia e Cina sono stati i primi a rispondere all’appello internazionale che Mosca ha diramato per chiedere sostegno per un’operazione umanitaria ad Aleppo, in Siria. 

“Accanto alla risposta interessata da parte delle organizzazioni umanitarie internazionali i Ministeri della Difesa di diversi paesi hanno formulate proposte concrete per partecipare all’intensificazione dell’assistenza umanitaria ad Aleppo”, ha comunicato ieri il Ministero della Difesa russo in una dichiarazione diffusa dall’agenzia di stampa TASS.

“Il Ministero della Difesa russo è grato alla Repubblica Popolare Cinese e alla Repubblica di Serbia, che sono stati in prima linea nel proporre il loro sostegno all’iniziativa russo-siriana per condurre l’operazione umanitaria. Contiamo su ulteriori passi concreti da parte dei Ministeri della Difesa di questi paesi, a sostegno degli sforzi russi per fornire assistenza umanitaria alla popolazione di Aleppo”, si legge nel comunicato.

L’agezia TASS sottolinea che inviti ufficiali a partecipare all’operazione sono stati spediti alle forze militari degli Stati Uniti e alla maggior parte dei paesi europei e asiatici, e che il Ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha annunciato il 28 luglio l’inizio di una grande operazione umanitaria a Aleppo, in quanto “diversi corridoi umanitari sono stati aperti per i civili e militanti della città pronti a deporre le armi”.

Si stima che 250.000 persone vivano nelle parti di Aleppo controllate dai ribelli e sotto assedio da parte delle forze governative di Bashar al-Assad cui la Russia ha fornito sostegno per settimane. Una richiesta di cessate il fuoco per un periodo di almeno 48 ore è giunta da parte delle Nazioni Unite martedì, al fine di rendere possibile la consegna delle necessarie scorte alimentari e di medicinali e la riparazione degli impianti di fornitura idrica. 

Gli Stati Uniti hanno invitato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ad assicurarsi che tutte le parti in campo ricevano aiuti, non solo le aree fedeli ad al-Assad. L’ambasciatore Samantha Power ha espresso in merito la sua preoccupazione, nella convinzione che “se il combattimento continua è ipotizzabile che i civili da entrambi i lati vengano tagliati fuori dall’assistenza di base di cui hanno bisogno”. Power ha inoltre esortato la Russia a “smettere di sostenere questi assedi” e ad usare piuttosto la sua influenza per convincere il regime a porre loro un termine “una volta per tutte”.

Mosca tuttavia ha accusato Washington di politicizzare la questione degli aiuti umanitari. Balkan Insight ricorda che l’intervento militare russo in Siria a sostegno di Bashar al-Assad è iniziato lo scorso settembre, “ma è stato criticato da diverse organizzazioni per i diritti internazionali a causa delle vittime civili causate da attacchi aerei”: l’esercito russo ha però negato la propria responsabilità in questo senso.

(b92, Balkan Insight, 10.08.2016)

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