“Aiuto una tantum”: segnale di stabilità o misura da interrompere?

Negli ultimi due anni, durante la pandemia, lo Stato serbo ha elargito 8,7 miliardi di euro, ovvero oltre il 18% del PIL, per aiutare l’economia e i cittadini, ha affermato il Ministro delle finanze, Sinisa Mali, al parlamento serbo.

“Abbiamo mantenuto ogni promessa fatta e abbiamo mostrato quanto sia forte e responsabile il nostro Stato, e quanto siano solide e stabili le nostre finanze”, ha affermato Mali, spiegando il disegno di legge che modifica la legge sul registro provvisorio dei cittadini serbi dai 16 ai 29 anni, i quali riceveranno ancora un aiuto finanziario per mitigare le conseguenze della pandemia da COVID-19, ha riferito “Fonet”.

La legge, adottata dall’Assemblea, prevede che nei prossimi mesi vengano corrisposti ulteriori 100 euro a questa fascia di giovani. All’inizio di febbraio gli stessi avevano già ricevuto un aiuto di una tantum pari a 100 euro. Sebbene il Ministro sottolinei che le sovvenzioni di aiuti attraverso “una tantum” siano il segnale che le finanze statali sono stabili, gli esperti richiamano l’attenzione sui lati negativi.

Il Consiglio di bilancio avverte che la politica sociale sarà attuata, nel 2022, in parte attraverso benefici non selettivi a grandi gruppi di residenti, pratica che secondo l’organo deve essere fermata. Negli anni precedenti, lo stesso Consiglio aveva più volte analizzato dei pagamenti non selettivi di importi identici a tutti i cittadini maggiorenni o a tutti i pensionati, dimostrando che questa pratica non è buona.

Il budget di quest’anno include anche un aiuto di una tantum di 20.000 dinari per tutti i pensionati, indipendentemente dal loro stato materiale, cosa che costerà allo Stato quasi 300 milioni di euro. Invece di tali benefici, una politica sociale veramente efficiente e fiscalmente responsabile dovrebbe prevedere l’assistenza finanziaria solo ai residenti socialmente svantaggiati. Il Consiglio Fiscale ricorda che all’inizio del 2020 il Governo ha adottato la Legge quadro sulla Carta Sociale, la quale prevede il consolidamento, in un unico posto, di tutti i dati rilevanti sullo stato materiale dei cittadini.

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