Il Presidente della Serbia non ha mantenuto la promessa che sarebbe andato a Vranje il 15 settembre a portare un nuovo investitore dopo la chiusura della fabbrica italiana “Geox”: “Ci vediamo il 15 settembre a Vranje, quando si deciderà il destino dei lavoratori Geox che hanno perso il lavoro”, aveva detto Aleksandar Vucic all’inizio di agosto durante una visita allo stabilimento di Vladicin Han.
Vucic aveva poi chiesto al direttore dello stabilimento turco di assumere entro fine anno 600 lavoratori della “Geox”, sui 1.200 che lavoravano nello stabilimento italiano fino alla sua chiusura del 31 luglio. “Non lasceremo i lavoratori di Geox senza lavoro e porteremo un investitore a Vranje che fornirà ai lavoratori locali posti di lavoro e stipendi più alti di quelli che avevano in Geox”, aveva affermato anche la Premier Ana Brnabić.
Lei era a Vranje due giorni prima prima che gli operai venissero a sapere ufficialmente che l’azienda italiana stava chiudendo la sua fabbrica, ma non aveva detto una parola su quello che lei stessa sapeva e cioè che la Geox se ne sarebbe andata definitivamente. “Non ho informazioni sulla chiusura della fabbrica”, aveva detto la Brnabic, mentre il Presidente Vucic aveva confessato allo stesso tempo di avere “informazioni da due mesi che gli italiani si sarebbero ritirati da Vranje”.
Nel frattempo, per calmare la situazione tesa, a tutti i lavoratori che avevano perso il lavoro era stato pagato dal bilancio dello Stato uno stipendio di oltre 50.000 dinari. Secondo informazioni non ufficiali, 120 di loro hanno comunque trovato lavoro alla “Teklas” di Vladicin Han. L’annuncio che una parte della produzione dei cavi per l’industria automobilistica, in cui è impegnata l’azienda turca, potrebbe essere spostata nel padiglione “Geox” di Vranje, rimane solo un’idea.
Dopo le dimissioni del direttore generale della “Teklas”, Ercan Alinmaz, infatti è quasi certo che se c’è l’intenzione di espandere la produzione a Vranje, la cosa non si realizzerà presto: “Alinmaz è già il secondo direttore a Vladicin Han. Quando successe al suo predecessore il passaggio di consegne durò più di tre mesi. In questa situazione è difficile aspettarsi che l’azienda turca possa compiere da un giorno all’altro un passo così strategico, che viene deciso dai vertici dell’azienda, mentre il direttore qui è solo un esecutore”, fanno sapere fonti aziendali.
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