“Aggiungere qualità ai prodotti”: una sfida e un’opportunità per l’agricoltura serba

Si è svolta ieri a Belgrado la conferenza “Aggiungere il valore ai prodotti’”, organizzata dalla BERS, Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, dalla FAO e dal Ministero serbo dell’agricoltura, in cooperazione con l’organizzazione non governativa REDD, il centro per lo sviluppo rurale e l’agricoltura Agrikultura e con l’appoggio di alcune aziende agroindustriali serbe quali Carnex e Foodland.

La conferenza, ufficialmente aperta dal ministro dell’agricoltura, Dragan Glamocic, rappresenta il lancio di due progetti di cooperazione tecnica: Migliorare la qualità e la sicurezza alimentare nel settore di produzione della carne in Serbia e Fornire un sostegno  più efficiente ed inclusivo alla catena agroalimentare in Serbia. 

I principali argomenti in agenda della conferenza hanno riguardato le strategie dell’agrobusiness su come aggiungere il valore ai prodotti,  le specifiche di norme volontarie come  l’indicazione geografica e il benessere degli animali, le principali tendenze e i problemi di qualità della carne, la certificazione di prodotti alimentari a valore aggiunto e deroghe alle norme di sicuerezza alimentare. Tra i partecipanti c’erano anche i rappresentanti dei produttori e esportatori, le organizzazioni ed assocazioni dei produttori locali, gli esperti leader nel settore del miglioramento degli standard di qualità e i rappresentanti delle universita e delle istituzioni impegnate  allo sviluppo dei prodotti tradizionali e i prodotti con l’indicazione geografica.

Il tema dominante è stato indubbiamente quello della certificazione dei prodotti e il capo del gruppo  di lavoro per la qualità presso il ministero dell’agricoltura, Branislav Raketic, ha colto l’occasione per ricordare che in Serbia attualmente 34 prodotti agroalimentari hanno ottenuto la denominazione di origine, e che solo il cavolo di Futog ha l’etichetta di controllo della qualità. “Il sistema dell’uso  delle etichette di certificazione sul prodotto è partito a novembre dell’anno scorso. Sono in fase di preparazione i marchi per l’ajvar di Leskovac, il formaggio di Sjenica e si sta valutando la certificazione del formaggio di Homolj e del kulen prodotto nell’area della Srem in Vojvodina”, ha evidenziato Raketic.

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