Le nomine dei nuovi candidati alle posizioni dirigenziali presso l’Agenzia anticorruzione della Serbia suggerite dal Presidente Tomislav Nikolic sono state oggetto di critica, in quanto entrambe le personalità indicate fanno attualmente parte del suo stesso staff presso la Presidenza.
“Lo considero come un conflitto di interessi”, sostiene uno degli ex membri del Consiglio di Amministrazione dell’Agenzia anticorruzione, Zoran Stojiljkovic, in una dichiarazione rilasciata a BIRN. “Anche se si tratta di persone dotate di elevata integrità morale, questa situazione lascia sempre spazio ai dubbi su una loro possibile persistente fedeltà nei confronti della persona per la quale hanno lavorato. E, nell’esercizio di questa carica, è molto importante essere indipendente da qualsiasi influenza”, osserva Stojiljkovic.
Alle nomine proposte dal Presidente non persistono ostacoli giuridici, in quanto i due candidati potenziali non sono membri del partito, ma, ugualmente, permangono preoccupazioni su quanto i loro alleati potrebbero o meno mentire, secondo il gruppo Trasparency Serbia.
“Il Presidente serbo ha inviato una nuova lista con due candidati, che sono ancora una volta suoi collaboratori, e che, in base alle informazioni disponibili, rispettano le condizioni legali dal momento che non sono membri del partito”, puntualizza il Trasparency Serbia in una dichiarazione risalente a lunedi.
Nikolic ha ritirato le due candidature precedenti, relative a due persone che hanno lavorato con lui, in seguito alle negative reazioni pubbliche suscitate dal fatto che entrambi i designati sono, o sono stati recentemente, membri del Partito progressista serbo attualmente al governo.
Nikolic ha quindi suggerito al parlamento i nomi di Nenad Tesic, membro della Commissione di Amnesty del presidente e docente presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Sarajevo Est, e Marko Blagojevic, un socio senior per le risorse umane e affari regolatori presso l’Ufficio del Presidente.
Jelisaveta Vasilic, un membro del Consiglio Anticorruzione, organo consultivo che propone misure anti-corruzione e affronta denunce pubbliche relative a casi di tangenti, ha espresso preoccupazione in merito al fatto che i candidati di Nikolic le sono sconosciuti, nonostante lei abbia lavorato per il Consiglio per un periodo di 16 anni.
“Non ho mai sentito parlare di loro o del loro impegno contro la corruzione”, ha dichiarato Vasilic a BIRN, sottolineando che l’Agenzia si occupa anche del finanziamento ai partiti politici e del controllo sulle proprietà dei politici, richiedendo quindi personale in grado di affrontare tali delicate questioni in modo responsabile.
Stojiljkovic ha fatto notare inoltre che gli emendamenti proposti alla legge che regola l’Agenziala per la lotta alla corruzione dovrebbero affrontare tali questioni etiche: le modifiche legislative, tuttavia, non sono ancora state discusse in seno al Parlamento.
Il Consiglio dell’Agenzia dovrebbe essere costituito da nove membri, e le sue decisioni risultano valide solo se votate da un quorum di cinque membri. Allo stato attuale, il consiglio si compone invece di solo sei membri.
Il Parlamento decide chi nominare al Consiglio di Amministrazione dell’Agenzia anticorruzione dopo che i candidati sono stati raccomandati dal Consiglio di amministrazione del Parlamento, dal Presidente, dal Primo Ministro, dal Presidente della Corte Suprema, e dalla Corte dei Conti. Candidature comuni vengono avanzate anche dal difensore civico e dal Commissario per le informazioni di importanza pubblica, dal Consiglio economico sociale, dall’Associazione degli Avvocati e dalle associazioni dei giornalisti.
Il Consiglio non ha una dotazione completa dal 2013, successivamente alla scadenza del mandato di Zlatko Minic, che era stato nominato dalle associazioni dei giornalisti. Non è ancora stata selezionata una sostituzione.
Branko Lubarda, la cui candidatura è stata suggerita dal Difensore Civico e dal Commissario per le informazioni di importanza pubblica, si è dimesso nel febbraio dello scorso anno, e non è ancora stato sostituito.
Anche Dragana Kolaric ha lasciato il Consiglio, nel mese di dicembre, per diventare un giudice della Corte costituzionale, e Zoran Stojiljkovic ha rassegnato le sue dimissioni nello stesso periodo, per diventare presidente del sindacato indipendente.
Dopo che il consiglio ha perso questi cinque membri, ne è stato nominato nuovamente uno solo, Danica Marinkovic, nel dicembre 2016.
La candidatura di Marinkovic, presentata del Partito Progressista serbo, e proposta tramite il Consiglio di amministrazione parlamentare, fu all’epoca contrastata dalla ONG Humanitarian Law Centre, in quanto Marinkovic rivestiva la carica di giudice istruttore presso il Tribunale distrettuale di Pristina durante la guerra in Kosovo ed è stato uno dei testimoni della difesa nel processo a Slobodan Milosevic presso il Tribunale dell’Aia.
Le due candidature precedenti ritirate dal Presidente Nikolic riguardavano invece il Segretario della Presidenza generale, Nedeljko Tenjovic, e Sanja Maric, consulente senior socio del Presidente per la cultura e membro dell’assemblea della città di Belgrado.
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