L’accordo segreto tra Fiat e la Serbia e le sue conseguenze

Durante lo sciopero dei lavoratori dello stabilimento Fiat di Kragujevac, i rappresentanti del governo serbo e il Presidente Aleksandar Vucic hanno costantemente rivolto appelli affinché fossero avviati i negoziati.

Allo stesso tempo, le stesse autorità, dal 2008 in poi, trattano come riservate le informazioni relative alla portata degli investimenti dello Stato in Fiat Kragujevac: tra le motivazioni, il governo fa leva soprattutto sui problemi cui il paese e Kragujevac potrebbero andare incontro se la Fiat decidesse di partire.

Non solo, è stato chiesto ai lavoratori di mostrare “un po’ di affetto verso la Serbia” e “di essere consapevoli che stanno allontanando gli investitori stranieri con il loro comportamento”, mentre la PM Brnabic ha affermato che c’è “un interesse politico” dietro lo sciopero.

Inoltre, il Presidente serbo ha chiarito che il governo ha le mani legate, in quanto proprietario soltanto di una quota di minoranza in Fiat. Indipendentemente da ciò, ha chiesto a tutte le parti interessate di fare tutto il possibile per risolvere il problema.

E il problema è iniziato nove anni fa…

I cittadini serbi non sanno niente sull’accordo tra il governo e la Fiat, oltre che su quanti soldi lo Stato fornisce alla società. Le uniche informazioni pubbliche messe a disposizione del popolo serbo sono state quelle relative ad un accordo sull’investimento comune firmato il 29 settembre 2008, secondo il quale il capitale iniziale della società di joint venture ammontava a 300 milioni di euro, con il governo serbo a fornirne il 33%, circa 100 milioni di euro.

Tuttavia, altre informazioni contenute in questo documento non sono state rese pubbliche, e cioè quanto Fiat ha ricevuto dalle sovvenzioni statali. Da anni le autorità statali hanno rifiutato di divulgare quanto esattamente investissero in Fiat. Tuttavia, molte informazioni preziose potrebbero essere trovate nei rapporti finanziari di Fiat. I reporter di Insajder hanno scoperto che l’accordo con la Fiat è stato modificato e alcuni paragrafi sono stati aggiunti nel dicembre 2009, sulla base dei quali a Fiat sono stati concessi diversi sussidi e l’esenzione dal versamento di diverse tasse.

Come scoperto da Insajder, dopo una decisione del governo serbo nel 2009, Fiat Serbia è esente dal pagamento delle imposte e contributi sugli stipendi dei dipendenti, delle imposte sul reddito per il periodo dei prossimi dieci anni a partire dall’anno in cui è registrato il primo reddito imponibile, dalle imposte sulla proprietà, sul piano territoriale, sul marchio, ecc.

Il rapporto finanziario della società sottolinea inoltre che alla Fiat sono state concesse sovvenzioni agli investimenti e prestiti del governo serbo, fondi per la formazione dei dipendenti e agevolazioni sul prezzo per l’energia utilizzata.

Inoltre, il 31 dicembre 2014, Fiat Serbia ha ricevuto l’assegnazione di 161 milioni di euro dal bilancio serbo, che sarebbero dovuto essere destinati ai servizi pubblici, e che sono invece stati utilizzati per sostituire il tetto della fabbrica, per la protezione dell’ambiente e la costruzione di un parco fornitori.

Secondo Insajder, sulla base del relativo contratto, le autorità serbe hanno anche partecipato ai costi della ristrutturazione delle attività fino a 75 milioni di euro. Inoltre, la Serbia avrebbe fornito alla Fiat 50 milioni di euro di sovvenzioni. In linea con il piano di incentivazione, il governo serbo ha investito altri 17 milioni di euro nello sviluppo di infrastrutture interne presso il parco fornitori e altri milioni di euro nell’accademia di formazione Fiat, cioè nella formazione dei dipendenti.

Inoltre, l’azienda ha concluso un accordo con la Banca europea per gli investimenti che prevede un finanziamento di 500 milioni di euro da spendere per l’attuazione del piano d’investimento della società. Il governo serbo e l’Agenzia italiana per l’esportazione sono i garanti di questo prestito.

Nel maggio 2014, l’allora Presidente serbo Aleksandar Vucic aveva promesso che l’accordo riservato con Fiat, firmato dal precedente governo, sarebbe stato pubblicamente rivelato. Nell’agosto dello stesso anno, ha ritrattato la sua precedente dichiarazione, puntualizzando che la controparte non consentirebbe che l’accordo venisse rivelato.

Dieci giorni prima delle elezioni presidenziali e parlamentari del 2008, l’allora ministro dell’Economia, Mladjan Dinkic, e il vicepresidente della Fiat, Alfredo Altavilla, firmarono un memorandum d’intesa per un investimento congiunto di Serbia e Fiat, finalizzato all’apertura di uno stabilimento a Kragujevac.

Il candidato presidenziale, Boris Tadic, fece largo uso dell’investimento per la sua campagna presidenziale, mentre il partito politico United Regions della Serbia, guidato da Mladjan Dinkic, rivendicò a sé il merito di aver portato Fiat in Serbia. L’opposizione politica in quel momento si dichiarò molto critica nei confronti dell’operazione, e della riservatezza dell’accordo. La fabbrica è stata finalmente aperta venti giorni prima delle elezioni parlamentari del 2012.

(Insajder, 18.07.2017)

https://insajder.net/sr/sajt/tema/5929/%C5%A0ta-je-sve-sporno-u-vezi-sa-Fijatom-Posledice-tajnog-ugovora.htm

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