Per soddisfare al meglio le esigenze del mercato del lavoro serbo, da diversi anni la Serbia “importa” lavoratori dall’estero. È chiaro che questo è una conseguenza della mancanza di alcuni tipi di professioni, soprattutto nel settore del commercio.
Il Servizio nazionale per l’occupazione (SNO) ha rilasciato un totale di 35.180 permessi di lavoro a stranieri in Serbia, con un aumento rispetto ai 23.662 del 2021.
Secondo i dati del SNO, l’anno scorso sono state impiegate in Serbia 198.024 persone. Infostud, il portale per l’impiego e lo sviluppo delle carriere, afferma che nel 2022 c’è stato il 13% in più di offerte di lavoro rispetto all’anno precedente, vale a dire che sono stati pubblicati in totale 76.247 annunci di lavoro sul loro sito web.
Inoltre, l’anno scorso è stato caratterizzato da un forte deficit di forza lavoro e dall'”importazione” di lavoratori stranieri.
“Importiamo per lo più lavoratori edili che di solito provengono da India, Cina e Turchia. Si tratta per lo più di lavoratori qualificati che hanno esperienza lavorativa e conoscono bene il settore. Importiamo anche lavoratori da Paesi come Sri Lanka, Nepal e Uzbekistan per lavori come igienisti, autisti e addetti alle consegne. Abbiamo anche importato lavoratori da Cuba, Bangladesh, Vietnam o da Paesi limitrofi come la Macedonia del Nord o l’Albania”, afferma Miloš Turinski, PR manager di Infostud.
I dati di Infostud mostrano che le professioni più richieste sono state quelle del personale di vendita al dettaglio, del personale di vendita generale, dei professionisti IT, degli ingegneri meccanici, degli impiegati e del personale di ristorazione. Tra le altre professioni più richieste ci sono gli autisti e gli addetti al magazzino e alla produzione. Infostud afferma che sul mercato del lavoro c’è anche una carenza di ingegneri elettrici, farmacisti e tirocinanti legali.
(Biznis.rs, 22.01.2023)
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