Serbia: demoni babilonesi al Viminacium

Viminacium: recenti scoperte archeologiche hanno ridestato l’attenzione e l’interesse del pubblico e della comunità scientifica internazionale sui resti dell’antica città romana nei pressi di Kostolac, nella Serbia centrale. 

Il dottor Miomir Korać, direttore dell’Istituto archeologico SANU e direttore del progetto Viminacium, è convinto che fra 60 o 70 anni Viminacium sarà una delle località archeologiche più importanti del mondo. Questo archeologo entusiasta, che i media serbi descrivono come l’“Indiana Jones serbo”, è ancora più ottimista dopo l’ultima scoperta, in una delle antiche tombe in questa città, di due lastre d’oro e una d’argento riportanti misteriose scritte.

Su una delle lastre sono scritti in alfabeto greco i nomi di dei e demoni, ricorrenti in Assiria e Babilonia fino all’Egitto. È insolito che il testo sia scritto in verticale e non in orizzontale, curiosità che gli studiosi finora non hanno saputo spiegare. Vengono nominate in tutto 16 divinità, demoni o spiriti, fra i quali Ptah, Thobarabau, ma anche Jahve. Particolarmente mistico è il nome Sesengenfaranges. Gli esperti credono che si tratti di un personaggio storico e non di un demone e che si tratti del mago Sesen, il figlio di Faranges.

“Il mistero è come mai tutti quei nomi in una tomba di Viminacium. Crediamo che siano stati scritti con lo scopo di proteggere il defunto da tutti i demoni conosciuti, e chi li ha scritti, cioè la famiglia della persona che è sepolta nella tomba, ovviamente conosceva bene la mitologia delle più importanti civiltà di allora”, dice Korać.

Korać è convinto che le ultime scoperte hanno un’importanza storica enorme e che aprono la porta a ricerche più dettagliate sulla società romana nei primi secoli della nuova era, quando all’orizzonte compariva la nuova ideologia cristiana e le vecchie religioni e ideologie diventavano sempre più deboli. La scoperta non ha sollecitato soltanto archeologi e scienziati ma anche il grande pubblico: i videoclip sulla scoperta pubblicati sul sito della Reuters in pochi giorni hanno registrato più di 2,5 milioni di accessi.

Nell’antico cimitero dove sono state trovate le lastre d’oro e d’argento sono mescolate tombe pagane e cristiane. Tutto ciò per secoli è rimasto sepolto sotto i campi fertili di questa parte della Serbia, in attesa degli archeologi.

viminacium

Viminacium era la capitale della regione romana dell’antica Donja Mezija. In base alle attuali scoperte si ritiene fosse abitata da circa 40.000 abitanti, il che la rendeva la città più grande della regione. Gli Unni la distrussero nel 443 e non fu mai più ricostruita. Di positivo c’è che in questo luogo, dall’invasione degli Unni in poi, non sono state costruite abitazioni, e questo ha agevolato gli archeologi nelle attività di scavo.

“Tutti gli accampamenti legionari oggi si trovano sotto le città odierne. Non c’è Londonium perché è sotto Londra. Mediolanum è sotto Milano, Singidunum è sotto Belgrado. Viminacium è l’unico posto che è rimasto sotto una landa. Negli ultimi tre o quattro decenni abbiamo trovato i resti della città ben conservati e l’intera ‘città dei morti’ dove sono state portate alla luce addirittura 14.000 tombe. Le ricerche continuano e a Viminacium è nascosto un segreto che ancora deve essere rivelato”, dice Korać.

Gli archeologi di Viminacium, tra altro, lavorano costantemente contro il tempo, in quanto il sito si trova ai margini degli scavi della miniera di carbone di Drmno, da cui dipende completamente il funzionamento della vicina termo-centrale di Kostolac. “Prima scaviamo noi, poi arrivano gli escavatori che scavano il carbone. La miniera rispetta questa regola, ed è molto importante il fatto che siamo riusciti a mettere sotto tutela 350 ettari della città romana e dell’accampamento dei legionari”, dice Korać.

La città era dotata di un anfiteatro, un acquedotto, saune e altri servizi tipici delle città romane di quei tempi. Durante i secoli successivi alla distruzione, le macerie sono state abbandonate al volere della natura, ma anche della popolazione locale che le ha reimpiegate come materiale edilizio. 

Korać e la sua squadra sono impegnati nelle ricerche a Viminacium da più di tre decenni. L’archeologo poi, dal 2000, guida il progetto “Viminacium”, ed il sito è stato nel frattempo dichiarato parco archeologico. 

Viminacium oggi compare sulla lista preliminare dell’UNESCO, e Korać è convinto che diventerà un luogo di interesse per i più importanti ricercatori mondiali: “del resto – conclude Korać – sul territorio serbo sono nati ben 18 imperatori romani”. 

(Osservatorio Balcani e Caucaso, Dragan Janjic, 23.09.2016)

http://www.balcanicaucaso.org/aree/Serbia/Serbia-demoni-babilonesi-al-Viminacium-174373

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