Nella pubblica amministrazione 14,000 esuberi

La prima fasi della razionalizzazione  del settore pubblico dovrebbe essere conclusa entro l’inizio della quinta revisione dell’accordo con il Fondo monetario internazionale (FMI). Questa scadenza implica la riduzione di 14.000 persone dal numero totale dei dipendenti nell’amministrazione statale, che doveva avvenire a gennaio, ha confermato la vicepresidente del Governo e la ministra della pubblica ammministrazione e degli enti locali, Kori Udovicki. 

Dei 14.000 esuberi, circa 9.000 persone saranno licenziate perchè i loro posti di lavoro si chiuderanno. Però, questa volta la ministra ha indicato che  si devono evitare casi dei professori che prendevano indennità di liquidazione e al loro posto venivano assunti altri, oppure evitare di dare le indennità alle persone che comunque andranno in pensione.

Al dibattito al quale hanno partecipato la Udovicki, vicepresidente del governo Zorana Mihajlovic e il ministro dell’economia, Zeljko Sertic, nonchè il presidente del Consiglio fiscale, Pavle Petrovic, è stato concluso che nei prossimi cinque anni 6000 persone saranno licenziate dall’azienda “Ferrovie della Serbia”, mentre nell’azienda elettrica EPS ci sono 1000 dipendenti di eccesso. “Anche dopo la riduzione del 10% degli stipendi, la Serbia per gli stipendi dei dipendenti pubblici spende 11% del PIL, mentre la media dei paesi nuovi membri dell’Unione europea è del 9,5 percento e la nostra strategia fiscale richiede che questa percentuale arriverà al 7%”, ha detto Udovicki, spiegando che in Serbia ci sono 7 dipendenti nel settore pubblico ogni 100 cittadini.

Dall’altra parte le spese nel settore sanitario sono doppie rispetto ai paesi europei, mentre nel settore scolastico sono minori, a causa di una distribuzione irrazionale dei fondi. Per esempio in questi settori esiste la mancanza del personale, perchè oltre 25% del personale nelle ospedali e scuole non rappresentano medici e docenti, ma impiegati amministrativi.  

Il ministro dell’economia, Zeljko Sertic ha ricordato che il suo ministero ha dato oltre 500 milioni di euro nel periodo dal 2008 al 2013 per le aziende in processo di ristrutturazione.  “Queste 556 aziende hanno perso il loro mercato. Il problema sono 92.000 dipendenti a cui lo Stato offriva i soldi e la speranza che la situazione sarebbe migliorata”, ha detto Sertic, aggiungendo che il governo attuale ha cambiato approccio e che il 90% di queste aziende sono andate in fallimento, mentre poche hanno continuato a lavorare in accordo con i loro creditori.

Il presidente del Consiglio fiscale, Pavle Petrovic ha criticato l’EPS per  l’aumento del fondo per gli stipendi. “EPS è un problema enorme. Il suo debito ammonta a un miliardo di euro, però hanno aumentato gli stipendi dei loro dipendenti”, ha detto Petrovic.

(Danas, 09.03.2016.)

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