Il futuro dell’economia serba al Forum economico di Davos

Pubblichiamo una sintesi dell’intervento

del primo ministro serbo Aleksandar Vucic al Forum economico di Davos 2016.

La competitività e la crescita economica diventano sempre di più le sfide in ​​un mondo globalizzato e instabile. In queste circostanze, le piccole economie non dovrebbero sforzarsi di cambiare le regole mondiali del gioco, ma dovrebbero piuttosto puntare ad avere  politiche giuste per sfruttare quanto più la maggior parte delle loro attuali aree di crescita, nonchè crearne delle nuove.

La Serbia è una piccola economia nell’Europa sud orientale. In termini di dimensioni e popolazione, siamo nel cuore dell’Europa, in termini di livello dello sviluppo siamo al di sotto della media europea, mentre in termini di fattori di crescita siamo vicini alla cima.

Questo suggerisce che il potenziale di crescita della Serbia è grandissimo. Le riforme economiche strutturali che stiamo implementando saranno la chiave per aprire questa porta. Se riuscissimo a farlo, come i primi risultati suggeriscono che possiamo, la Serbia dovrebbe essere una tigre economica dell’Europa sud orientale. Anche se si trova al crocevia tra l’Oriente e l’Occidente, la Serbia è impegnata a creare un sistema sociale ed economico basato su standard occidentali, però, allo stesso tempo a migliorare le sue relazioni economiche con i nostri partner orientali. 

Dal 2008, la Serbia sta affrontando diverse sfide economiche, alcune di queste causate dai fattori esterni (come la crisi finanziaria mondiale e la crisi della zona euro), ma alcune erano causate anche dai fattori interni (instabilità macroeconomica, una transizione economica incompleta, inondazioni). Per mettere il paese su un percorso di crescita dinamica e sostenibile, guidata dagli investimenti e dalle esportazioni, era necessario realizzare le riforme economiche. Il programma di riforme era indicato nell’accordo con il Fondo monetario internazionale (FMI) e dalle sue tre revisioni positive, il che indica una corretta implementazione del nostro ambizioso programma. Di conseguenza, il deficit pubblico è stato ridotto dal 6,7%  a meno del 3% del PIL. Il nostro obiettivo è quello di ridurre il deficit al di sotto del 2,5% del PIL entro il 2017. Anche se ci si aspettava che il programma di consolidamento fiscale avrebbe causato una recessione nel 2015, il nostro tasso della crescita nel 2015 è stato positivo, vicino al 1%. Noi consideriamo questo fatto come conseguenza di una pianificazione efficiente e credibile del programma di riforme economiche. Vale a dire, prima di iniziare il consolidamento, abbiamo avviato una serie di riforme con lo scopo di migliorarne la competitività, rendendo i mercati del lavoro più flessibili, affrontando l’economia sommersa, implementando le riforme delle procedure burocratiche per le autorizzazioni di costruzione e il diritto fallimentare, l’introduzione di piattaforma online per le dichiarazioni dei redditi, accelerando lo sviluppo di infrastrutture, ecc.

Come risultato di queste riforme, nel 2015 la Serbia è passata dal 91 ° al 59 ° posto secondo la classifica di “Doing Business”, che è il più grande cambiamento di posizione di un paese nella nostra parte del mondo. Ci aspettiamo di dimostrare risultati simili in relazione sulla competitività nel 2016 del “World Economic Forum”. La stabilizzazione macroeconomica e le riforme che migliorano le competitività hanno avuto un impatto visibile anche nel incremento dei investimenti diretti esteri (IDE) in Serbia che ha registrato una crescita di quasi il 30% nel 2015.

L’aumento degli IDE in Serbia è maggiore di quasi tutti i paesi di Europa centrale e sud orientale, il che suggerisce che non è solo la conseguenza delle politiche monetarie espansive delle multinazionali, ma anche il risultato delle nostre riforme. Pertanto, a causa di un aumento a due cifre delle esportazioni e degli investimenti, il previsto tasso di crescita negativo è stato trasformato in uno positivo.

Anche se i primi risultati sono promettenti, le nostre ambizioni sono molto più alte. Vogliamo fare un salto quantico in termini di crescita, sbloccando e intensificando i principali motori di crescita – capitale fisico e capitale umano, così come la tecnologia.

Gli investimenti in capitale fisso in Serbia (rispetto al PIL) sono ancora inferiori per un sesto del tasso necessario per raggiungere i nostri tassi di crescita mirate di oltre il 4%. Intendiamo aumentarlo incrementando gli investimenti pubblici in infrastrutture e creando un ambiente accogliente per un considerevole aumento degli investimenti privati, affrontando la questione di burocrazia e migliorando l’efficienza del nostro sistema giudiziario.

In termini di investimenti pubblici, la spesa aumenterà dal 3% del PIL nel 2016 da 1-1,5% del PIL nei prossimi anni, in modo da garantire il completamento dell’autostrada dall’Ungheria a Macedonia e Bulgaria nella sua completa estensione (Corridoio X), l’autostrada da Belgrado alla costa adriatica del Montenegro (Corridoio XI) e la ferrovia veloce da Belgrado a Budapest, entro il 2018. Noi crediamo che il completamento con successo di questi progetti rafforzerà la posizione centrale della Serbia in termini di investimenti, trasporti e commercio in questa parte del mondo.

Le nostre riforme strutturali mirano anche a migliorare la disponibilità e la qualità del capitale umano, conducendo una riforma di miglioramento della qualità di tutti i livelli di educazione, che è stata rinviata per un lungo periodo di tempo. Noi vogliamo non solo una crescita veloce, ma anche la crescita intelligente e sostenibile, che si tradurrebbe nel risultato che la Serbia di raggiungesse il livello medio di sviluppo nel UE.

Lo stato delle nostre istituzioni è fondamentale per questi piani. Anche se le istituzioni sono in qualche misura determinate dalla mentalità, dalla religione edalle altre proprietà sociali della nazione, crediamo che l’introduzione di buone leggi e la loro applicazione persistente e efficace si tradurrà in un notevole miglioramento della qualità e l’efficienza delle istituzioni.

Un pacchetto di riforme, in combinazione con i vantaggi naturali della nostra posizione geografica, la nostra vasta rete di accordi di libero scambio e la stabilità politica dovrebbe portarci a un tasso di crescita naturale del 4-5% all’anno nei prossimi anni. Il completamento delle riforme economiche, i tassi di crescita più elevati e la finalizzazione dei negoziati di adesione all’UE entro la fine del decennio, rappresenteranno la certificazione finale e formale del successo della Serbia in transizione economica, sociale e politica verso una democrazia Europea liberale ed orientata al mercato.

(World Economic Forum, 20.01.2016)

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