2/3 dei serbi soffre per la perdita del Kosovo

Per il 63% della popolazione la soluzione migliore è quella di congelare i conflitti, mentre più della metà della popolazione è per l’uso della forza militare per proteggere la popolazione del Kosovo, riporta un sondaggio dell’agenzia “Faktor Plus”.

Un quinto dei cittadini, vale a dire il 21%, crede che la soluzione migliore, a questo punto sia un’accordo con il quale sia i serbi che gli albanesi perdano qualcosa, mentre il 9% di loro stima che sia necessario ad ogni costo un accordo tra Belgrado e Pristina. Il 7% non ha alcuna opinione su questo tema, dice il direttore dell’agenzia Vladimir Pejic.

“Siamo rimasti sorpresi dall’alta percentuale di persone a favore del congelamento del conflitto con gli albanesi. Però è poco chiaro se questa loro decisione sia presa a causa della mancanza di altre soluzioni o di qualche timore “, ha spiegato Pejic in occasione della presentazione dei risultati di questa indagine, condotta dal 1 al  7 giugno su un campione rappresentativo di 1.200 intervistati dal territorio della Serbia senza il Kosovo.

La maggior parte dei cittadini, il 61%, ritiene che i negoziati sul Kosovo stiano andando in una cattiva direzione per la Serbia, il 30% non sapeva cosa dire, e solo il 9% ha detto che i negoziati stanno andando nella giusta direzione. “La maggioranza dei cittadini serbi ritiene che il mantenimento dello status quo sia migliore della soluzione a cui si riferiscono. Questo non è un fallimento della campagna del Presidente della Serbia, Aleksandar Vucic, che insiste sul superamento dei conflitti congelati, ma è l’atteggiamento dei cittadini che ritengono che non ci sia una soluzione che a questo punto potrebbe soddisfare la Serbia “, ha detto Pejic.

Più della metà ritiene che la Serbia dovrebbe reagire militarmente se “le Forze kosovare” occupassero il nord del Kosovo, ma il 36% di loro dice che le forze militari dovrebbero essere utilizzate solo nel nord del Kosovo. Solo il 16% ritiene necessario l’uso delle forze armate in tutto il Kosovo. Pejic dice che i cittadini non vedono alcuna altra soluzione per difendere la popolazione in Kosovo.

Un terzo dei cittadini ritiene possibile che nei prossimi due anni venga risolto il problema del Kosovo (il 20% dice tra 1-2 anni, e l’11% entro la fine di questo anno), mentre il 49% crede che il problema non sarà risolto nei prossimi cinque-dieci anni, il 20% non sa entro quando verrà tutto risolto. Risposte alla domanda se la questione del Kosovo  può essere risolto senza l’uso della forza il 46% pensa di sì, mentre il 27% di no.

La maggior parte dei cittadini, il 40%, crede che la mancata firma dell’accordo con Pristina risulterebbe un’isolamento economico della Serbia, e persino il 30% ritiene che scoppierebbe la guerra. Alla domanda se alla fine l’accordo non sarà firmato quale situazione prevedono, i cittadini ritengono che inizierebbe la guerra sul territorio della Serbia e che la Russia si intrometterebbe nel processo di negoziazione, inoltre ci sarebbe un coinvolgimento delle Nazioni Unite.

Il 35% ritiene che al termine dei negoziati, la Serbia non normalizzerà le relazioni con il Kosovo né riconoscerà l’indipendenza di esso, mentre il 34% afferma che la Serbia non riconoscerà l’indipendenza, ma dovrà normalizzare le relazioni. Il 21% di loro non ha un’opinione e una dozzina pensa che la Serbia riconoscerà il Kosovo in cambio dell’adesione all’UE. Questi risultati mostrano, secondo il parere di Vladimir Pejic, una grande confusione tra i cittadini.

(http://www.politika.rs/scc/clanak/405205/Dve-trecine-Srba-tuguje-zbog-Kosova)

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